La Trieste dell’hockey su pista ha perso Giancarlo Cartago, portiere degli anni d’oro

Aveva iniziato giovanissimo, a soli 14 anni, nelle file del Ferroviario, calcando la pista di viale Miramare, all’epoca ambita da tantissimi ragazzi del rione di Roiano

Ugo Salvini
Giancarlo Cartago in una foto d'epoca
Giancarlo Cartago in una foto d'epoca

La Trieste dell’hockey su pista ha perso un’altra delle figure emblematiche della sua grande tradizione sportiva. E’ venuto a mancare, a 68 anni, Giancarlo Cartago, portiere degli anni d’oro di questa disciplina. Aveva iniziato giovanissimo, a soli 14 anni, nelle file del Ferroviario, calcando la pista di viale Miramare, all’epoca ambita da tantissimi ragazzi del rione di Roiano e non solo. Estremo difensore di grande qualità, fu ingaggiato, a soli 20 anni, dalla squadra di Reggio Emilia, che all’epoca militava nella massima divisione nazionale, la A1.

Gli anni nella Goriziana

Dal 1978 al 1981 tornò dalle parti di casa, militando nella Goriziana, che in quegli anni era una delle maggiori espressioni hockeystiche di tutti il Friuli Venezia Giulia. Nella stagione 82-83 vestì nuovamente la casacca biancoceleste della sua “Ferrata”, per poi passare alla Triestina, con la quale giocò fino al 1987. Nel suo palmares due titoli italiani giovanili, sempre con il Ferroviario, nel 1970 e nel 1971, nel contesto di una squadra straordinaria, guidata dalla panchina da Claudio Fonda, e due successi nel torneo di serie B. Convocato più volte in Nazionale, prese parte a due campionati europei: nel ‘73 in Portogallo, dove l’Italia si classificò quarta, e nel 1975 in Germania, dove gli Azzurri conquistarono la medaglia di bronzo. Nel ‘78 partecipò, sempre in azzurro, al torneo di Montreaux.

L’addio per motivi di salute

Nel 1987 fu costretto a rinunciare all’attività agonistica per motivi di salute, ma rimase a lungo nel mondo dell’hockey su pista in qualità di dirigente, fungendo anche da vicepresidente della gloriosa Triestina hockey nel 1992. Di carattere serio, discreto, ma pronto a condividere con gli amici i momenti di allegria, Cartago era molto apprezzato dai compagni di squadra e da quanti lo frequentavano anche nella vita di tutti i giorni. «Eravamo compagni di squadra e di giochi da ragazzini - ricorda Flavio Schinaia, componente della squadra giovanile del Ferroviario campione d’Italia nel ‘70 e ‘71 - perché eravamo entrambi figli di ferrovieri e abitavamo nello stesso pianerottolo, condividendo molto momenti. Ho di lui un bellissimo ricordo». 

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