Triestina Calcio, ora si attende l’ok del Covisoc

Dopo l’invio dei documenti per l’iscrizione in Serie C dell’Unione la data chiave è il 13 giugno, quando verrà dato il responso dell’organo di controllo federale

Ciro Esposito
Il presidente Ben Rosenzweig a colloquio con l’ad Sebastiano Stella e il dg Alex Menta
Il presidente Ben Rosenzweig a colloquio con l’ad Sebastiano Stella e il dg Alex Menta

Dopo l’adrenalina e il sospiro di sollievo per un traguardo tagliato dopo giornate convulse il day after è il momento della riflessione. Come la salvezza raggiunta dopo il playout con il Caldiero sarebbe stata inutile in caso di mancata iscrizione, così ora che la società ha presentato la documentazione in tempo utile è necessario attendere il responso della Covisoc. La documentazione prodotta da tutte le società sarà oggetto di accurata verifica da parte dell’organismo federale ma le modalità concitate e in una corsa contro il tempo con le quali è stata prodotta quella dell’Unione sono un elemento che induce alla prudenza. Il lavoro fatto dall’ad Sebastiano Stella e dal suo staff è stato straordinario e nessuno mette in dubbio le rassicurazioni fatte dagli esecutori.

I controlli federali

Però la storia delle ultime stagioni ci insegna come, specie in fase di istruttoria di iscrizione, non siano mancate le sorprese. Il caso dell’Ancona, estromesso un anno fa in extremis, quando nessuno aveva previsto ci fossero dei problematico, ha fatto scuola. Tra i documenti più attenzionati sono le garanzie fideiussorie sulle quali in più occasioni la Covisoc ha evidenziato irregolarità formali. La Triestina ne sa qualcosa sul famoso caso Olivieri con il tesseramento del giocatore bloccato, prima del ricorso alabardato vinto, e con il punto di penalizzazione invece rimasto a gravare sulla classifica. Quindi per avere la vittoria in tasca è meglio attendere la fatidica data del 13 giugno anche se quasi certamente rumors o notizie emergeranno già nei primi giorni della settimana.

Il metodo americano

La vicenda vissuta in questa occasione dimostra nei fatti come si muove il mondo della finanza americana. Da una parte la capacità di muovere una notevole mole di denaro in pochissimo tempo, dall’altro la freddezza e il rischio di attendere l’ultimo minuto utile o quasi per varare un’operazione. È un modo di agire lontano da quello europeo e soprattutto italiano e rischia di incepparsi nel sistema calcistico (come successo a febbraio e aprile). Piaccia o meno, sarà bene farci l’abitudine posto che al momento non ci sono elementi per prevedere un imminente cambio della guardia con il presidente Ben Rosenzweig ancora interessato a creare valore con la Triestina riprendendo in mano la costruzione di asset quali il centro sportivo e lo stadio in concessione.

Chiarezza sul progetto

Sul progetto sportivo, miseramente franato in questi due anni, servono tuttavia certezze e trasparenza. Dirigenti e tecnici capaci e seri, come Delli Carri e Tesser, possono accettare nuovi incarichi soltanto se messi di fronte a un budget, anche non elevato, ma definito e con garanzie sulla regolarità dei pagamenti e degli adempimenti federali che spesso coincidono. Lo stesso discorso vale anche per il reclutamento dei giocatori. La lezione di quest’ultimo anno non può e non deve restare inaudita.

Il rapporto con i supporter

Dopo gli strappi e le delusioni, lenite solo in parte dalla salvezza raggiunta miracolosamente sul campo, il feeling con l’ambiente parte da sottozero come la classifica. Il marchio storico è stato tolto e il club sul piano sostanziale può farne a meno ma su quello morale e dell’affezione è tutt’altra storia. Le pedine giuste al comando, i buoni risultati, una maggiore chiarezza sugli obiettivi sono la benzina per riaccendere il motore calcistico. Anche con questo aspetto il club dovrà fare i conti. Ma dopo il 13 giugno.

Riproduzione riservata © Il Piccolo