Unione, ruolo di mina vagante nei playoff da correre in salita

TRIESTE Il ritorno in campo non può che essere salutato con soddisfazione da chi è appassionato di calcio e anche da chi lavora con il calcio. In fondo la disputa di un playoff pur anomalo (vista la lunga quarantena, le misure sanitarie e l’assenza di pubblico) ha un senso. Ce l’ha anche per la Triestina che avrebbe preferito lo stop definitivo ma che già due mesi fa aveva dichiarato la disponibilità a giocarsi la B in un mini-torneo. Non c’è logica finanziaria perché a migliaia sono i denari da sborsare senza avere introiti. E anche il cammino dettato dal format tradizionale (in attesa di sapere chi non parteciperà) che è particolarmente duro con chi si è classificato (a 12 match dal termine) nelle retrovie della griglia. Perché un playoff decapitato della doppia sfida nella fase nazionale e che privilegia le meglio piazzate al termine dei 90’ (senza nemmeno l’overtime) non può che essere indigesto all’Unione e Milanese e Gautieri lo hanno già manifestato. Però la Triestina con grande coerenza, capacità organizzativa e determinazione è partita per tempo e, forte di un gruppo ben allestito, non ha nulla da perdere e potrebbe diventare la mina vagante di questo mese di luglio. La razionalità dice che vincere quattro partite in trasferta (tre se la prima sarà assegnata a tavolino per la rinuncia del Piacenza) entro i 90’ e le eventuali semifinali e finali con l’ausilio di supplementari e rigori sarebbe un’impresa da guinness. Eppure l’unico atteggiamento da coltivare è quello di provarci fino in fondo partita dopo partita. Le incognite sono tante. Ma valgono per tutti. In primis ci si allena e si giocherà con il peso che prima o poi qualche test possa essere positivo. E questo potrebbe rendere inutile il grande sforzo fatto da tutti. Ma se tutto fila liscio quando l’arbitro fischierà l’inizio del primo match la Triestina dovrà essere consapevole di avere tutti i mezzi per farcela. Conterà moltissimo la fase di preparazione non solo fisica ma anche tecnica e mentale. Quello alabardato è un gruppo che a febbraio è stato capace di uscire da quel rendimento a corrente alternata che gli era costato dure critiche e una posizione nelle retrovie.
E poi il numero di giocatori a disposizione di Gautieri (in attesa di una soluzione dalla A alla C delle questioni legate alle scadenze contrattuali) è di prim’ordine così come le caratteristiche tecniche degli stessi. Avere a disposizione un turn-over di qualità mette un po’ al riparo sia dallo stress delle gare ravvicinate che dai probabili infortuni. L’abilità e l’esperienza di Granoche, Sarno o Lodi possono essere decisive in partite che saranno tirate più sul piano nervoso che su quello atletico visto lo stop di tre mesi. E solo pochi team in lizza per la B (Bari, Padova, Reggiana, Carpi e Ternana) hanno queste caratteristiche.
Ma questi playoff ,seppur in salita, sono un’importante opportunità non solo per cercare la B ma anche per rinsaldare un gruppo forgiato solo per pochi mesi dal tecnico Gautieri. Cosa sarebbe successo se in caso di stop il gruppo si fosse ritrovata a fine luglio senza lavorare dai primi di marzo? Ora c’è la possibilità di mettersi alla prova per poi programmare al meglio da agosto la prossima stagione con gli aggiustamenti del caso. Una stagione che potrebbe essere di B o in una C tutta ancora da definire. In ogni caso si spera con i tifosi allo stadio. Loro sono i più penalizzati, sportivamente parlando, e le prossime partite dell’Unione possono diventare per loro un risarcimento morale anche se a distanza. Un anno fa erano in 15 mila al Rocco con un’enorme aspettativa di vedere promossa una Triestina solida, partita da favorita come seconda nei playoff e reduce da uno splendido 2-2 a Pisa. E invece è andata male. Stavolta si parte dalle retrovie e in salita. Quanto successo nel mondo negli ultimi mesi però ci ha insegnato che non c’è nulla di prevedibile nell’esistenza umana. Bisogna cogliere l’attimo. Anzi cnique-sei attimi. Fino al 22 luglio. —
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