Vela, Luna Rossa risponde ai Kiwi. Brezzi: «Abbiamo mostrato di che pasta siamo fatti»

TRIESTE. La prima giornata della 36a America’s Cup finisce con quello che si può definire un pareggio soddisfacente: delle due regate portate a termine sul campo E (posizionato tra la costa di Auckland e l’isola di Waiheke) quella di debutto va a Emirates Team New Zealand mentre la seconda è appannaggio del Luna Rossa Prada Pirelli Team.
Francesco Bruni è così il primo timoniere italiano a vincere una prova di Coppa America e in questo record si può sintetizzare tutta la bellezza e al contempo la difficoltà di queste gare.
Si parte con condizioni di vento medio (13-18 nodi da nord), buone per gli italiani e ottimali per i neozelandesi. La partenza – da sempre uno dei punti di forza di Luna Rossa – è tutta dei kiwi, i quali mettono la loro prua avanti e dovranno amministrare un vantaggio che crescerà man mano durante i sei lati del percorso fino a toccare un distacco di 31 secondi al traguardo. I defender si dimostrano mediamente più veloci del challenger of record e più di qualcuno pensa che la partita nel suo complesso sia segnata, se non addirittura già scritta.
Chi non ci sta a rassegnarsi alla superiorità dei neozelandesi sono proprio Bruni, Spithill e company, che resettano la sconfitta e si propongono sul campo con una mentalità vincente ed aggressiva. È di nuovo la partenza a risultare il momento chiave del match race. Questa volta sono gli italiani a tenere testa agli avversari ed eccettuata una copertura mancata che fa avvicinare pericolosamente i neozelandesi alla poppa, Luna Rossa non sbaglia un colpo. Tanto da far commentare a fine regata al timoniere Peter Burling:«Siamo veloci, ma forse un po’ arrugginiti». Certo gli otto secondi che separano i due scafi alla fine non rendono giustizia di una gara condotta senza grossi patemi da parte dei nostri.
Senza dubbio in questa America’s Cup agli italiani non è permesso sbagliare, ma la prima giornata ha detto con chiarezza che i neozelandesi si possono battere grazie a un mezzo competitivo e un equipaggio che fa del suo essere gruppo la propria forza.
Nicholas Brezzi Villi, grinder a bordo dell’AC72, riassume così il day one:«Reputiamo sia stata un’ottima giornata per noi. Abbiamo fatto vedere come dopo essere rimasti indietro siamo stati in grado di tornare con mentalità agonistica e fare nostra la prova. Abbiamo sbagliato alcune cose e stasera le analizzeremo a video con il nostro coach.
Ma ciò di cui siamo più contenti è la mentalità con la quale abbiamo affrontato i nostri avversari. L’abbiamo affinata in ogni regata che abbiamo corso, fosse stata vincente o meno. L’appoggio di chi sta in gommone tra una regata e l’altra è stato fondamentale».
Da calendario ufficiale da venerdì 12 marzo non ci sarà più soluzione di continuità fino alla fine. Una lunga apnea che si concluderà con il raggiungimento di sette vittorie per il team che potrà alzare la “vecchia brocca”.
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