La figlia di Italo Svevo viene mandata nel capoluogo toscano nel 1918 allo scoppio della Grande Guerra. E lì si abbona alla libreria di via dei Vecchietti: “Tappa d’obbligo nel percorso dal mio albergo”
Nel 1940, trentenne, è chiamato a dirigere l’ospedale di Gorizia, poi al ritorno dalla Libia si insedia a Maggiano, dove sperimenta le terapie dell’inclusione, con un accento critico
Colta, androgina, ricchissima, la scrittrice inquieta viaggiò in lungo e in largo in Oriente. Lottò contro nazisti, divenne dipendente dalla droga e morì cadendo dalla bicicletta