Tre anni senza Detroit solo 25 dei 124 operai hanno trovato lavoro

RONCHI DEI LEGIONARI. A maggio ricorre un triste anniversario. Tre anni orsono, infatti, veniva chiuso per sempre lo stabilimento della Detroit Refrigeration di Ronchi dei Legionari. E mentre l’area di via Redipuglia inizia a mostrare i segni del degrado, non è certo una esistenza facile quella che, da tre anni a questa parte, è stata vissuta dai 124 dipendenti che, come avviene spesso quando si decide di delocalizzare la produzione, in Serbia in questo caso, si sono trovati in mezzo ad una strada. Solo 25 di questi, infatti, hanno trovato un impiego a tempo indeterminato, mentre gli altri o hanno dovuto accontentarsi di impieghi a spot o di contratti a tempo. Per quasi tutti, poi, è scaduto il periodo degli ammortizzatori sociali e, quindi, di almeno un minimo di sostentamento. I 25 che sono stati più fortunati, quelli più giovani, hanno trovato un posto sia in aziende similari a quella del gruppo veneto De Rigo, una su tutta la Fogal di Ronchi, sia anche in ditte che, però, producono altro. Ma che, per fortuna, hanno potuto avvalersi della professionalità di quelle maestranze che avevano lottato duro, fino alla fine, per scongiurare lo storico stabilimento cittadino. Che, ora, sta per essere impadronito dalla vegetazione, dagli alberi che crescono spontaneamente qua e là. Era il 20 dicembre del 2014 quando cessava la sua produzione lo stabilimento di Ronchi della Detroit Refrigeration. Nel maggio 2015, concluse le operazioni di smantellamento, il grande capannone di via Redipuglia veniva chiuso. Tramontata, l’ipotesi di un marcia indietro della proprietà, che ha preferito ampliare lo stabilimento di Sedico e investire in Serbia, tutte le voci che, sino a quando sono scesi inesorabili i titoli di coda, si sono susseguite ed hanno parlato di possibili imprenditori interessati, pare anche nel ramo alimentare, sono risultate infondate. E nessuno, poi, ha nemmeno fatto sentire la sua voce per l’acquisto dell’area. Un’impresa non certamente facile, visto anche il fatto che la proprietà, il gruppo veneto De Rigo, chiede 6 milioni di euro per il sito produttivo. Un prezzo considerato, da più parti, esoso e poco appetibile. Paradossalmente lo stabilimento produce ancora grazie all’impianto fotovoltaico da 1 megawatt che è stato installato sul tetto e che produce energia. Nei mesi scorsi, poi, fece scalpore l’atto di donazione di alcuni mobili ed arredi appartenuti all’ormai ex Detroit Refrigeration. Un episodio che aveva alimentato una dura polemica nei confronti dell’assessore del Comune di Premariacco, Vincenzino Durì, già amministratore dello stabilimento di via Redipuglia, protagonista della donazione. La storia della Detroit a Ronchi inizia negli anni Novanta. Allora Walter De Rigo, scomparso nel gennaio del 2009, assieme al fratello Ennio, decide di rilevare l’azienda che allora aveva sede a Monfalcone e di spostarla all’interno del complesso di via Redipuglia realizzato dalla Fiat negli anni Settanta per farne un immenso magazzino di vetture nuove.
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