Passeggiate nei vigneti, incontri coi pastori, degustazioni di prodotti: le proposte del Gal per un turismo lento sul Carso
«L’Altipiano non ha bisogno di masse, ma di esperienze autentiche basate sul rispetto dei luoghi»

Scoprire le ricchezze del Carso, dai fondali marini passando per l’Altipiano, fino a scendere nel suo mondo sotterraneo, attraverso esperienze enogastronomiche a contatto con i contadini, i pastori, i produttori di vino e di gin.
Sono le proposte di turismo sostenibile preparate dal Gal Carso in attesa del progetto del Geoparco, dove sono coinvolti la Regione e il Comune di Sesana, e della preparazione del dossier per diventare sito Unesco.

Il calendario turistico estivo delle esperienze è sostenuto da Promoturismo Fvg ed è sviluppato, organizzato e promosso principalmente dal Gal in collaborazione con Slow food, con l’obiettivo preciso di creare un’offerta turistica di qualità, dedicata a pochi partecipanti per volta, finalizzata a creare un legame con il territorio e i suoi produttori, e che accenda magari il desiderio di ritornare in quest’area.
Il Carso triestino è ricco di luoghi magici, a valenza scientifica e storico-culturale. Basti pensare al Timavo, il fiume sotterraneo che rivede la luce dopo 40 chilometri di percorso sconosciuto a San Giovanni di Duino, e si getta nel mare a poche centinaia di metri dalle spettacolari falesie con la leggendaria roccia della Dama Bianca.
Solo nella parte italiana del futuro geoparco si contano 57 geositi, di cui 11 censiti dalla Regione con valenza nazionale e 7 sovranazionale. Un territorio di pietra, sì, che nel tempo ha però ispirato poeti e agricoltori, che hanno creato eccezionali vini, formaggi, mieli.

Il Gal, per promuovere questo territorio ha le idee chiare: «Il Carso non ha bisogno di masse, ma di esperienze autentiche, dove il turismo può e deve basarsi sul rispetto della natura, della cultura e delle comunità locali; dove per esempio i contadini non sono solo fornitori, ma partner e ispirazione per la cucina». In questo periodo si svolgono le dodici esperienze del Gal: 90 date tra Carso e il Golfo di Trieste, tour di varia natura, che si possono scegliere direttamente sul portale trieste.green. Sono tutte esperienze di turismo lento, come quella in mare al tramonto su Roberta III, la barca a vela di 16 metri in legno varata nel 1899, che ha già riscosso successo con prenotazioni di turisti americani, tedeschi, austriaci, inglesi, canadesi e anche israeliani. Un’esperienza unica tra mare, cultura e natura nell’area Mab Unesco del golfo di Trieste. È prevista anche una sosta all’ancora sotto il castello a pochi metri dalla roccia della Dama Bianca. A bordo possono salire 14 ospiti coccolati dall’equipaggio con prelibatezze prodotte sul Carso. Per chi vuole restare a terra, c’è l’esperienza con il pastore d’Antonič. Si chiama “A spasso con il pastore”, un percorso per 12 persone, che parte da Ceroglie e conduce alla scoperta del paesaggio del Carso tra natura, storia e racconti, camminando tra i luoghi della Grande Guerra accompagnando il gregge di pecore carsoline sul monte Hermada insieme al pastore Antonič. Al termine, una degustazione di pecorino del Presidio Slow Food della pecora carsolina istriana, assieme ad altri prodotti locali.
Per vivere il Carso in modo meno consueto, il Gal ha pensato a due iniziative con il Ranch di Padriciano. Un percorso a cavallo, anche per neofiti assoluti, attraverso i sentieri di terra rossa alternati a quelli pietrosi, prati fioriti, per poi passare attraverso il fitto ed incontaminato Bosco Salzer. Al rientro si può concludere l’esperienza a cavallo oppure scegliere l’opzione in stile country davanti a un romantico falò e con dell’ottima carne alla brace accompagnata con una degustazione vini delle aziende agricole locali che lavorano in maniera sostenibile. Nell’ampio bouquet di proposte, una è dedicata a chi non conosce la storia del Prosecco. “Story about Prosecco” si svolge a Contovello: la conduttrice dell’esperienza è Katrin, vignaiola in una micro tenuta, che spiega la storia antica e globale del vino frizzante. Dopo aver passeggiato per i vigneti i partecipanti potranno degustare vini fermi e spumanti accompagnati da prodotti tipici. A San Giovanni di Duino non c’è solo lo spettacolo delle risorgive del Timavo, ma anche “Farma Jakne” che da 5 generazioni si occupa di apicoltura. Una passeggiata nei campi dell’azienda attraversando gli uliveti secolari, il vigneto sulle foci del fiume e il principale apiario aziendale, per poi degustare i prodotti di loro produzione. In particolare, il millefiori, premiato per 4 anni consecutivi come migliore del Fvg e tra i venti migliori d’Italia; il miele di marasca, Presidio Slow Food; e il sorprendente HoneyGin “Nataniel”.
«I gruppi di poche persone – spiega il consulente del Gal Enrico Maria Milič – permettono un rapporto con la natura, con il prodotto e con la gente del posto. La forza di ciò che facciamo sta proprio qui: nella possibilità di entrare in contatto con chi conduce l’esperienza e goderne appieno così da trasformare la percezione in attaccamento emotivo al territorio, al prodotto, alle persone». —
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