L’allarme degli analisti inglesi: «Ingerenze russe sul voto croato»

Il Cir di Londra: «Disinformazione pro Cremlino con finti profili social». Il governo di Zagabria chiede di analizzare le denunce

Stefano Giantin
Elettori in fila per votare al primo turno
Elettori in fila per votare al primo turno

Un pesante sospetto, che riguarda l’ennesima presunta ingerenza malefica di Mosca in importanti elezioni in Europa. Ma anche dati, a suggerire che, a prescindere, il candidato più quotato godrebbe di un più che ampio sostegno popolare. Anche senza “aiutini” esterni. Sono i temi caldi in Croazia, dove domenica si terrà il ballottaggio del voto presidenziale, a due settimane dal quasi trionfo al primo turno del presidente in carica, il socialdemocratico-populista Zoran Milanović, appoggiato da tutte le opposizioni, arrivato a superare il 49%.

Staccatissimo si è piazzato il “cavallo” sui cui puntava il governo di centrodestra, Dragan Primorac, al 19% o poco più. Ma qualche ombra sul risultato del primo round del voto presidenziale e dell’imminente ballottaggio è stata proiettata da un rapporto del think tank britannico “Centre for Information Resilience” (Cir), che ha evocato “scenari romeni” anche per Zagabria.

Monitoraggio sul voto

Centro, con sede a Londra, che ha reso noto il risultato di un monitoraggio sul voto croato, informando, in vista del secondo turno, di aver evidenziato «segni di una campagna di disinformazione pro Cremlino», messa in atto utilizzando «una grande rete di bot». Di cosa si parla? Di decine e decine di finti profili social, sguinzagliati sul web con due obiettivi. Il primo, quello di lanciare messaggi «filorussi, anti-Ue e anti-Nato», ma soprattutto di «amplificare» il sostegno «al presidente Milanović», sperticandosi in «lodi» artificiali in suo favore.  Il Cir, con l’assistenza di ricercatori croati che «hanno richiesto di restare anonimi per ragioni di sicurezza», ha aggiunto di aver anche individuato una strategia ben precisa. Gli account «filo-Milanović », infatti, sarebbero stati innescati da ignoti «in due ondate», a ridosso del primo turno e poi ora a ballottaggio imminente, postando «in inglese, francese, spagnolo, italiano, serbo e croato» e sarebbero stati particolarmente attivi dopo che il presidente in corsa per il secondo mandato, fortemente critico verso gli aiuti all’Ucraina, aveva espresso «il suo no a un potenziale coinvolgimento della Croazia nella guerra». Inoltre i bot hanno anche promosso articoli di «media allineati al Cremlino», russi e non, con contenuti «favorevoli» a Milanović e «critici» verso il suo sfidante Primorac.

Nina Obuljen-Korzinek, ministra dei Media
Nina Obuljen-Korzinek, ministra dei Media

Appello agli esperti di cybersicurezza

Un allarme senza fondamento? Non la pensa così la ministra croata di Cultura e Media, Nina Obuljen-Korzinek, che ha fatto appello ad altri «esperti che si occupano di cybersicurezza e disinformazione» ad analizzare le denunce del Cir, perché la Croazia non sarebbe «il primo Paese Ue a fare i conti con ingerenze russe al momento del voto» e «ciò ci preoccupa molto». Ma Milanovic ha veramente bisogno di un presunto aiutino esterno per vincere? Non sembra, tenendo conto dei voti ricevuti al primo turno. E dei sondaggi relativi al ballottaggio. Secondo un’indagine condotta da Rtl, infatti, Milanović dovrebbe prevalere domenica con il 62-63% dei voti contro il 27-28% di cui è accreditato Primorac, sostenuto dal partito di governo Hdz, mentre gli indecisi sono solo al 7-10%, con Milanović che avrebbe di fatto guadagnato otto punti solo nell’ultimo mese.

Colpo per élite al potere

Un nuovo successo del presidente in carica potrebbe rappresentare un colpo assai duro per le élite al potere, già indebolite da scandali e corruzione. E lo stesso Milanović si sta presentando come l’ultimo ostacolo allo strapotere dell’Hdz perché, ha affermato, la Croazia «non può essere governata da un uomo che decide tutto», leggi il premier Plenkovic, da lui accusato di tutti i mali che affliggono la nazione.

 

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