Serbia e Macedonia avvolte dalle fiamme: l’Ue mobilita gli aiuti

Temperature alte e siccità hanno scatenato incendi in tutti i Balcani. L’ondata di maltempo ha limitato i danni, ma è stato di emergenza

Uno dei molti roghi scoppiati nei giorni scorsi in Serbia
Uno dei molti roghi scoppiati nei giorni scorsi in Serbia

Ondata di incendi nei Balcani. E se la Serbia è riuscita a domare le fiamme, la Macedonia del Nord brucia ancora e conta il triste bilancio di due vittime.

La buona notizia intanto è che la situazione in Serbia sta migliorando, dopo che nella giornata del 7 luglio si erano contati 628 roghi. Il ministro dell’Interno Ivica Dačić ha evidenziato che più di 3 mila soccorritori e 700 mezzi dei vigili del fuoco hanno partecipato allo spegnimento degli incendi su tutto il territorio nazionale.

Secondo Dačić, in un solo giorno, nella regione della Šumadija, sono stati registrati 148 incendi, e lo stato di emergenza è stato dichiarato in diversi comuni, incluso quello di Kragujevac. Tanti, ha sottolineato il ministro, i roghi di natura dolosa e quelli legati a comportamenti irresponsabili di persone in boschi e parchi. Il calo repentino di oltre venti gradi delle temperature in 24 ore, insieme alle piogge, ha contribuito allo spegnimento delle fiamme, che hanno causato ingenti danni, come culmine di un’estate caratterizzata dalla siccità, al punto che l’acqua potabile è stata razionata in alcune regioni.

Gli studenti che stanno bloccando le università in tutto il paese hanno sospeso per una giornata le azioni di disobbedienza civile, lanciando un appello per la raccolta di donazioni a favore delle zone devastate nel sud del paese.

Ieri il governo di Belgrado ha istituito una commissione per la ricostruzione dei danni, stanziando 350 milioni di dinari (pari a 3 milioni di euro) a sostegno delle persone colpite. La commissione si occuperà di stimare i danni, ma anche di attuare misure preventive affinché gli incendi non si ripetano con questa intensità.

Ancora in evoluzione la situazione in Macedonia del Nord, che ha proclamato lo stato di crisi e chiesto il sostegno della comunità internazionale. Reparti dell’esercito sono stati mobilitati in appoggio alle squadre di soccorritori. Le autorità di Skopje hanno anch’esse denunciato l’alto numero di incendi dolosi e attivato il meccanismo di Protezione civile dell’Unione europea. Lo ha annunciato. «Tutti i nostri mezzi e risorse sono mobilitati, e ora, grazie al meccanismo europeo, riceviamo ulteriore supporto», ha dichiarato il ministro degli Interni, Panče Toškovski. Nell’ambito di questo strumento europeo di emergenza, la Grecia ha messo a disposizione due aerei antincendio Canadair e due squadre a piedi per aiutare le operazioni di spegnimento.

Incendi si sono verificati anche in Kosovo e Bosnia Erzegovina, dove la situazione è ad ogni modo sotto controllo. —

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