Croazia, il ministro dell’agricoltura e vice-premier si dimette dopo lo scandalo della pistola
Il passo indietro di Josip Dabro, ripreso in un video mentre spara da un’auto in corsa

Un vostro amico ha girato un video mentre, in una serata all’insegna della goliardia, sparavate qualche colpo di pistola dal finestrino di un’auto in corsa? Meglio che mettiate da parte ogni speranza di fare carriera politica o addirittura di puntare a un posto da ministro, perché il passato rischia di farvi perdere la poltrona. È questa la lezione che arriva dalla Croazia, Paese scosso ieri dalle improvvise dimissioni di Josip Dabro, 42 anni. Dabro, uno fra i più alti esponenti del Movimento patriottico (Dp), partito di destra che alle elezioni dell’aprile scorso ha ottenuto il 10% dei voti, fino a ieri era ministro dell’Agricoltura e vicepremier nell’esecutivo di centrodestra del premier Andrej Plenković.
Rassegnate le dimissioni
Fino a ieri, appunto, dato che Dabro ha dovuto rassegnare le sue dimissioni - subito accettate - nelle mani del primo ministro. La causa? La diffusione di un video di una decina di secondi in cui si vede Dabro, in auto di notte assieme ad altre persone, prendere in mano una pistola automatica e sparare una salva di colpi fuori dal finestrino, ad auto in marcia, “dedicando” le sue gesta a un misterioso «amico Marko». Il video, diffuso dapprima dal quotidiano Jutarnji List, è stato poi ripreso dalla gran parte dei portali croati creando uno scandalo a livello nazionale. E obbligando Dabro a fare un passo indietro, dopo aver prima tentato di minimizzare il caso suggerendo si trattasse di un filmato risalente ad anni fa, per di più con una pistola con proiettili a salve. Ma dopo che l’ondata d’indignazione era cresciuta è arrivata la definitiva bandiera bianca. «Rassegno le mie irrevocabili dimissioni, sono a conoscenza delle circostanze» che hanno causato lo scandalo e hanno provocato «un peso aggiuntivo al governo e al mio partito», ha scritto l’ex ministro nella lettera d’addio, aggiungendo di non volere che «la mia personale situazione distragga esecutivo e altri ministri dalle loro priorità».
E l’esecutivo, già indebolito dalla vittoria schiacciante del presidente Zoran Milanović alle presidenziali e dalle dimissioni del ministro della Salute Vili Beros lo scorso novembre, non ha certamente gradito un nuovo scandalo. Quello di Dabro è stato un comportamento «irresponsabile e inappropriato», ha detto il governo di Zagabria. Ivan Penava, leader del Movimento Patriottico di Dabro, partito anti-Lgbt e con posizioni fortemente anti-immigrati, anti-aborto e nazionalistiche, ha da parte sua cercato di difendere Dabro, giurando che la maggioranza «rimane stabile».
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