Crociere in crescita in Croazia, da inizio anno 25 scali tra Rovigno e Pola

L’Istria guadagna terreno ma sconta ancora la mancanza di un terminal adeguato per le grandi navi. A Pola un progetto da 150 milioni in fase preliminare

Valmer Cusma
Pola - Polesani e turisti a passeggio sotto l'Arco dei Sergi 11.10.2016
Pola - Polesani e turisti a passeggio sotto l'Arco dei Sergi 11.10.2016

 

Turismo crocieristico in aumento su base annua nei primi 5 mesi del 2025 con l’Istria che si conferma come una meta emergente ma che non può pretendere troppo causa la mancanza di scali adeguati per l’approdo dei grandi alberghi galleggianti. Secondo i dati dell’Ufficio centrale di Statistica croato, dal 1° gennaio al 31 maggio scorso, le navi da crociera straniere hanno fatto scalo nei porti croati 151 volte, trasportando oltre 208.000 passeggeri e rimanendo complessivamente 356 giorni nelle acque croate.

Benché la regione Raguseo – narentana continui a guidare la classifica con il 45% degli scali, seguita da quelle Spalatino-dalmata (20,5%) e Zaratina (16,6%), l’Istria conquista una posizione di rilievo, con l’8,6% degli arrivi totali. Questo piazzamento la colloca davanti alle contee di Sebenico e Knin (20 scali) e a quella Litoraneo-montana, confermandone la crescita costante nel settore. In particolare, Rovigno ha registrato 16 approdi e Pola 9, per un totale di 25 scali complessivi, che pongono i due porti tra i dieci più frequentati della Croazia. Nella classifica nazionale, Ragusa-Dubrovnik resta saldamente in vetta con 110 arrivi, seguita da Spalato (71), Zara (46), Sebenico (20), Curzola (18), Rovigno (16), Pola e Lesina (9 ciascuna). Rispetto allo stesso periodo del 2024, il numero complessivo di crociere è cresciuto del 4,9%, mentre i giorni di permanenza delle navi straniere sono aumentati del 7,6%. In lieve calo invece il numero dei passeggeri (-0,2%). La maggior parte delle navi batteva bandiera maltese (27,8%). Si diceva dell’inadeguatezza dei porti istriani. Ebbene esiste il progetto da anni nella fase preliminare per fare di Pola un home port, un porto di arrivo e partenza, in grado di accogliere navi da crociera di grandi dimensioni, lunghe fino a 400 metri. L’ubicazione individuata per il futuro terminal è quella di Vallelunga, nel settore nord del bacino portuale, su un’area di 14 ettari di superficie: sito che viene ritenuto ottimale anche perché distante soltanto una decina di minuti d’auto dall’aeroporto e in diretto collegamento con la rete stradale europea. Il terminal del costo pari a circa 150 milioni di euro è incluso nel Piano di sviluppo dell’Autorità portuale 2024 – 2028 e con la sua nascita il vicino cantiere navalmeccanico di Scoglio Olivi, ora ridotto ai minimi termini dopo il fallimento del 2018, potrebbe diventare una grande officina per la riparazione e la manutenzione delle navi da crociera.

Per ora le buone intenzioni rimangono tali in quanto si stenta a individuare gli investitori. Alcuni anni fa era emerso l’interesse di alcune compagnie marittime norvegesi, oltre a quello di Venezia Terminal Passeggeri. E si fa strada anche un’altra ipotesi, secondo cui l’80% delle risorse potrebbe arrivare dai fondi europei e il resto verrebbe coperto da investitori privati.

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