Edifici abusivi in Serbia, Vučić lancia la sanatoria
Il presidente annuncia l’arrivo di una legge che a fronte di pochi euro consentirà di regolarizzare costruzioni realizzate in violazione delle norme o senza permessi

È da decenni un problema gravissimo ed endemico, di assai difficile soluzione, in gran parte dei Balcani. Ma c’è chi, per sbarazzarsene, invece che sul rigore nell’osservanza delle leggi, sui controlli e sulle multe – o magari sulle demolizioni – punta su quello che i critici hanno descritto come un massiccio colpo di spugna, un provvedimento di clemenza, che sta provocando inevitabilmente aspre contrapposizioni e polemiche, già prima di essere applicato.
Problema, quello dell’abusivismo edilizio, che sta tornando prepotentemente d’attualità, nei vicini Balcani. La miccia, i controversi annunci del presidente serbo, Aleksandar Vučić, che ha a sorpresa anticipato l’imminente varo di una sanatoria per legalizzare edifici abusivi e costruiti in violazione delle norme vigenti. Legge, significativamente battezzata «a ognuno il suo» – la bozza del testo è stata approvata venerdì dal governo – che punta a favorire la legalizzazione di quasi cinque milioni di abitazioni, palazzi e altre strutture costruite senza permessi in Serbia negli ultimi decenni, ha anticipato lo stesso Vučić, in Tv.
Arriverà la stangata, per i troppi furbetti del mattone? Al contrario. Secondo il leader serbo, basteranno «cento euro in tutto» per regolarizzare «circa il 70%» degli edifici e appartamenti irregolari, mentre qualcuno potrà cavarsela con mille euro di ammenda, un nonnulla ormai anche in Serbia. Non si parla solo di prime case, magari tirate su nella provincia profonda e in aree meno sviluppate.
Un appartamento «da 200 metri quadri» nella centralissima Terazije, a Belgrado, potrà essere “ripulito” con circa mille euro nel giro di 60 giorni, secondo i media locali. Vista l’esiguità della richiesta da parte dello Stato, sarà difficile trovare qualcuno pronto a rinunciare alla ghiotta occasione della sanatoria. Così la Serbia «metterà un punto» definitivo all’abusivismo, ha suggerito Vučić. Chi invece costruirà in futuro edifici senza permessi se li vedrà espropriati dallo Stato, ha precisato.
L’obiettivo per lo Stato «non è quello di incassare denaro», ma di favorire la legalizzazione di edifici dove vivono famiglie normali. «Casa di campagna con strutture annesse» per i lavori della terra, «si legalizza tutto per cento euro», mentre circa 200 serviranno per le abitazioni nelle estreme periferie, ha confermato il ministro delle Finanze, Siniša Mali.
Tutto bene? Non sembra, in un Paese dove negli ultimi anni sono cresciuti come funghi edifici senza permessi, in particolare nelle grandi città, in una vera e propria versione serba de “Le mani sulle città”.
Lo confermano le polemiche che infuriano, in Serbia. La futura legge altro non è che è un «favore» ai tanti parvenu che hanno fatto soldi e fortuna dalla salita al potere dell’Sns di Vučić, nel 2015, la dura accusa dell’ingegnere edile Danijel Dašić. Potranno stappare bottiglie di champagne in particolare investitori e costruttori «che hanno sopraelevato di due o tre piani in più» i condomini cresciuti come funghi a Belgrado, Nis e Novi Sad, ha fatto eco l’agente immobiliare Katarina Lazarević, citata dalla tv regionale N1. Sui social, intanto, non si contano le critiche.
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