Grifoni da salvare sulle isole quarnerine: ok da Zagabria, parte il piano di tutela
Jelenić, capo del Settore per la biodiversità: «Attività sistematiche per garantire la sopravvivenza di questi straordinari uccelli»

Sono il simbolo dell’isola di Cherso e mantengono un ruolo fondamentale per l’equilibrio dell’ambiente, cibandosi di carcasse di animali che – se restassero a decomporsi– costituirebbero un grave rischio per la salute di altri animali e anche dell’uomo.
Questa specie di spazzino è il grifone (Gyps fulvus), l’avvoltoio dalla testa bianca, la cui unica colonia in Croazia vive e nidifica nell’area dell’Alto Adriatico, concretamente nelle isole quarnerine di Cherso, Veglia, Arbe, Plauno e Pervicchio, sulle pendici del Monte Maggiore e nelle vicinanze del borgo di Bersezio, nell’Istria orientale.
Questo stupendo volatile verrà tutelato nei prossimi dieci anni dal Piano di gestione dei grifoni, documento approvato dal ministero croato dell’Ambiente, la cui Direzione per la salvaguardia dell’ambiente partecipa al progetto di tutela dei grifoni intitolato Life support e del quale è partner associato. Il citato dicastero, assieme a numerosi collaboratori, ha formulato così un piano che per il prossimo decennio si prefigge di garantire esistenza e sviluppo di questa maestosa specie, i cui esemplari – nati nel Quarnero – sono in grado di volare per migliaia di chilometri, venendo segnalati in diverse aree del mondo.
«Il piano di gestione raccoglie per la prima volta in un unico sistema tutte le attività volte a proteggere l’avvoltoio dalla testa bianca – a parlare è Ivana Jelenić, capo del Settore per la biodiversità della suddetta Direzione – il nostro traguardo è di assicurare ai grifoni l’esistenza a lungo termine. Trattandosi di uccelli necrofagi, risultano avere un’importanza straordinaria per le sorti della natura in cui vivono. Per tale motivo, sono stati coinvolti nel piano i settori dell’agricoltura, attività venatoria e sviluppo rurale».
Il piano Life support, come rilevato da Marko Klobučar, biologo dell’istituto quarnerino – montano Priroda (Natura), si avvale degli aiuti a fondo perduto dell’Unione europea e finora sta dando risultati più che positivi. Dopo anni di crisi per questa popolazione aviaria, di morti causate da annegamento, avvelenamento e altre cause riconducibili al fattore umano, la colonia nordadriatica sembra entrata in una fase davvero favorevole.
In base agli ultimi rilevamenti, vi sarebbero più di 150 coppie nidificanti, che si prendono cura di decine di esemplari giovani. Il supporto arriva anche e soprattutto grazie al Centro recupero grifoni di Caisole, nell’isola di Cherso. I suoi esperti e i volontari si prendono volentieri cura di questi volatili che, va sottolineato, vivono e nidificano sul Monte Maggiore, dove sono riapparsi a più di un secolo dall’ultima volta che erano stati visti.
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