Incendi nei Balcani: lotta senza sosta per l'Albania e il Montenegro
Albania e Montenegro sono stati tra i Paesi extra-Ue che hanno attivato il meccanismo di protezione civile Ue, per far fronte agli incendi

Una battaglia durissima e senza fine contro i vasti incendi che da giorni stanno bruciando ampie parti dei Balcani.
In Albania anche ieri (giovedì 14) sono stati 29 gli incendi attivi, ha informato il ministero della Difesa di Tirana. Le autorità hanno mobilitato migliaia di uomini, sette elicotteri e un Canadair in volo nel tentativo di circoscrivere le fiamme, con le operazioni di contenimento e spegnimento che hanno interessato le aree attorno a Vlore, Berat, Tirana, Gjirokaster, Elbasan, Shkoder, Kukes, Korca e Diber.
Ci sono stati anche sviluppi positivi, con gli incendi più pericolosi, prossimi a centri abitati, messi sotto controllo, ha informato Tirana. Ben più grave era stata la situazione mercoledì, quando il ministero della Difesa ha deciso di ordinare lo sgombero di svariati villaggi nel comune di Gramsh, dove sei insediamenti erano stati completamente divorati dal fuoco e della cittadina di Delvina, circa 8 mila abitanti, localizzata nella prefettura di Valona. «Chi ha innescato gli incendi, pagherà con pene massime», ha avvisato intanto il premier Rama, che ha anche promesso aiuti pubblici a tutti coloro che hanno subito danni. Finora sono decine gli edifici distrutti dalle fiamme, mentre il bilancio delle vittime è fermo a un uomo di 80 anni, morto per asfissia.
È migliorata nel frattempo la situazione in Montenegro, grazie anche al massiccio dispiegamento di forze e mezzi, anche dall’estero. Il comandante facente funzioni del Servizio di protezione e soccorso del Paese, Nikola Bojanović, ha dichiarato ieri mattina che gli incendi sono finalmente stati arginati, dopo giorni di autentica guerra ai focolai, anche se la situazione rimane seria.
Albania e Montenegro sono stati tra i Paesi extra-Ue che hanno attivato il meccanismo di protezione civile Ue, per far fronte agli incendi. In Albania, la Commissione ha mobilitato mezzi aerei da Croazia, Bulgaria, Italia, Repubblica Ceca e Slovacchia. In Montenegro, sono invece stati messi a disposizione mezzi di Repubblica Ceca, Croazia e Italia. Ma non sono mancati gli aiuti da Serbia, Ungheria e Bosnia. —
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