Un caso di malattia di Newcastle registrato in pollaio in Slovenia

Il virus può provocare solo una leggera congiuntivite negli esseri umani, ma può causare la morte di polli, tacchini e altri volatili

Stefano Giantin
Alcuni esemplari di polli in una foto di archivio
Alcuni esemplari di polli in una foto di archivio

Un caso di “malattia di Newcastle, un virus potenzialmente letale per pollame e volatili - non per l’uomo - è stato identificato in un pollaio in Slovenia.

Ne ha dato notizia mercoledì l’agenzia di stampa slovena Sta, che ha specificato che il caso è stato confermato in una fattoria nell’area nordorientale del Paese, nell’area di Murska Sobota, in un allevamento familiare con poco più di una dozzina di polli. «Misure urgenti» sono già state adottate per prevenire la diffusione della malattia, ha assicurato l’Agenzia slovena per la sicurezza alimentare, veterinaria e fitosanitaria (Uvhvvr).

Misure che sono dovute, dato che la cosiddetta pseudopeste aviaria, causata dall’agente eziologico Paramyxovirus sierotipo 1 (Apmv-1), può rappresentare un pericolo serissimo per gli allevamenti.

Parliamo infatti, ha informato l’Uvhvvr, di un virus che può causare «la morte del 100%» dei volatili colpiti, che «possono diffondere» la malattia «anche senza manifestare sintomi», dopo averlo trasmesso «attraverso il tratto respiratorio, gli occhi e le feci».

E anche «le uova» di galline infette «possono essere contaminate». Si tratta di una «delle più temute malattie che possono colpire i volatili», sia domestici sia selvatici, si legge anche in documenti dell’Istituto Zooprofillatico Sperimentale delle Venezie. Nell’uomo, invece, la malattia non è pericolosa e può provocare solo congiuntivite, se esposto ad alte cariche virali.

«Misure» per l’identificazione rapida del morbo «possono limitare la sua diffusione e i danni» che potrebbe provocare, ha sottolineato l’Agenzia slovena Uvhvvr.

Da qui le linee guida per gli allevatori, diffuse in Slovenia. Allevatori che dovranno prestare molta attenzione in particolare se dovessero notare un calo nel consumo di acqua e mangime da parte del pollame in misura superiore al 5%, ma anche se si dovesse verificare un calo del 5% nella deposizione delle uova o una moria, anche in questo caso superiore al 5% della normale media, del numero dei polli in batteria. Fra i sintomi da tenere sott’occhio, apatia, piume arruffate, starnuti, tosse, secrezioni nasali, gonfiori ed escrementi verdi o sanguinolenti. In tutti i questi casi vanno allertate le autorità veterinarie.

Di certo esistono «vaccini» efficaci per combattere la malattia, ha ricordato la Sta. —

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