A 23 anni vola a Mosca e conquista il podio della danza del ventre

RONCHI DEI LEGIONARI. Tra le tante espressioni di talento artistico e sportivo giovanile generate sul nostro territorio, ce ne sono alcune che, anche a causa del particolare contesto in cui nascono, pur essendo di alto livello, rimangono poco conosciute. È il caso di una giovane di Ronchi dei Legionari, Alessandra Crasnich, classe 1993, studentessa universitaria e campionessa internazionale nella specialità delle Danze Orientali. Alessandra è appena tornata dai campionati mondiali di Mosca, dove è salita ancora sul podio con un primo posto per le specialità “Show small group”, piccolo gruppo composto da tre danzatrici. Accanto a lei c’erano Teja Zizmond e Roberta Gazzetta. Ma non è stato l’unico successo, visto che la giovane ronchese ha fatto suo il quarto posto sempre nella specialità “Show” nel duo formato con Teja Zizmond, ancora il quarto come solista nella specialità “Folk”, il quinto posto come il gruppo nella specialità “Orientale” ed il sesto nella stessa specialità assieme alla Zizmond. Una partecipazione che ha visto la presentazione di ben 9 coreografie.
«Tutto è iniziato per caso - racconta Alessandra -. Una collega di lavoro di mia madre che si era iscritta a una scuola di danza del ventre, l’ha invitata al proprio saggio di fine corso. Doveva andarci con il babbo ma lui ha avuto un impegno di lavoro, così ha portato me. Avrò avuto 13 anni. Sono rimasta incantata».
Ha iniziato con Simona Minisini, campionessa mondiale di danze orientali. «Ho cominciato a gareggiare dopo uno o due anni come gruppo e poi come solista. La prima gara che ho fatto - continua - mi ha vista primeggiare ai regionali e poi ho vinto il campionato italiano passando in classe A». L’anno dopo arriva seconda ai campionati italiani. Poi i mondiali. Il primo nel 2013 con la squadra azzurra a Mosca, senza molta fortuna, ma l’anno dopo è andata molto meglio. Già nel 2015 Alessandra è salita 5 volte sul podio. Uno sport o più una forma d’arte? «Sebbene una corretta esecuzioni richieda una forma fisica e un allenamento di tipo sportivo non indifferente - prosegue - questo non può essere considerato uno sport in senso stretto, è più una modalità espressiva. Il tipo di ballo chiamato, per esempio, Sha’abi viene praticato nella tradizione egiziana come un ballo tipico della tradizione locale, e viene eseguto nei festival e nelle feste tradizionali come qui da noi in una festa tradizionale viene ballata la mazurka». Ma anche qui ci vuole sacrificio. «Gli allenamenti sono 5 alla settimana per due o tre ore al giorno, ai quali si aggiungono i weekend di stage e le gare. Un impegno continuo perchè non c’è solo l’orientale, c’è il fitness per il fisico, lo studio della danza classica per migliorare la tecnica».(lu.pe.)
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