A Cervera gli scavi portano alla luce un emporio romano

PARENZO. Nella baia di Cervera, ove oggi sorgono costruzioni turistiche non sempre impeccabili per gusto, sorgeva ai suoi bei dì una villa rustica.
Di fronte, sotto l’altura chiamata Loron, c’era addirittura una fabbrica di anfore e ceramiche, dove lavoravano centinaia di schiavi (si sono ritrovate 19 latrine e cunicoli dove dormivano i lavoranti) che producevano i contenitori per olio, ben fatti, tutti della medesima misura – 30 litri più o meno precisi – e da Cervera partivano navi per Aquileia. Dal grande emporio adriatico, le merci prendevano la via della Pannonia, del Norico, della Val Padana. Insomma l’Istria era rinomata già ai tempi dell’impero romano per il suo olio e il suo vino.
Da un decennio e più archeologi di Bordeaux, di Padova e di Zagabria stanno portano alla luce i contorni della fabbrica appartenuta prima all’amico di Augusto, il ricchissimo calabrese Tito Statilio Tauro Sisenna. Era diventato ricchissimo, insomma un miliardario nella sua epoca, per aver sempre dato il suo appoggio a Ottaviano nelle guerre civili contro Antonio. L’impratore lo ricompensò concedendogli di farsi la fabbrica di ceramica e terrecotte, mettendoci il suo sigillo personale.
Se ci fu bisogno di una fabbrica per contenitori, si vede che l’olio in questa zona dell’Istria non mancava. E Sisenna cedette villa e fabbrica di Cervera a Messalina, madre di Germanico e donna non certo famosa per la sobrietà dei suoi costumi se, dicono gli storici, usava passare spesso le notti con i gladiatori, uomini forti e sempre in gara con la morte.
Beh, va ricordato che in tempi vicini a noi, la splendida Ava Gardner concedeva le sue grazie ai toreri, gente che giocava col destino: Luis Dominguin sfuggiva alle attenzioni della moglie Lucia Bosè per furoreggiare nei letti d’albergo con l’attrice americana.
Da Messalina la proprietà con i fondi rustici – perché annessa v’era anche la campagna e nelle costruzioni si è trovato anche il torchio – finì a Calvia Crispinilla ricordata come magistra libidinum Neronis. E, visto che latifondo e fabbrica portavano ricchezze garantite, la villa rustica di Cervera finì come diretta proprietà degli imperatori Domiziano, e poi Nerva, Traiano e Adriano (questi ultimi di provenienza iberica).
L’olio dell’Istria fu lodato da Plinio, addirittura dal sommo cuoco Apicio nel De re coquinaria, lo esalta al pari di quello batico, cioè andaluso. Ma anche il vino dell’Alto Adriatico è rinomato se la moglie di Otaviano Augusto, Livia, beve solo il Pucinum e arriva a quasi 80 anni in buona salute. Il Pucinum è scomparso, la la fornitura alla moglie di Augusto partiva dalla villa rustica di Barcola. Non si trovano tracce di romanità nella zona, ma i triestini si espongono ai benefici del sole e fluttuano nel mare: anche così arrivano a età venerande come quella di Livia. Non bevono Pucinum ma si accontentano di terrano e malvasia.
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