A correre o in bici anche fuori comune se parti da casa tua e poi fai ritorno

TRIESTE Le Faq governative, purtroppo di gran moda in questi ultimi dodici mesi, un anno fa di questi tempi erano state inflessibili con gli amanti del fitness all’aria aperta, che siano corsa, passeggiate o ciclismo anche a livello amatoriale: niente da fare, vietate. Al massimo, ed era stata una conquista dopo settimane, era arrivato il via libera alla passeggiata fuori casa nel raggio di duecento metri dalle mura domestiche. La prima ondata del Covid non lasciava scorciatoie: niente sport, non si poteva rischiare un infortunio, una caduta e mettere così ancora sotto pressione il sistema sanitario.
Dodici mesi dopo, con l’arrivo delle zone rosse, usando il termine di un anno fa meglio definite come “lockdown leggero” ecco la svolta per gli amanti del fitness all’aria aperta. Correre in bici o a piedi si può fare, purché lo si faccia in modo individuale e si parta e arrivi dalla propria abitazione. Inderogabilmente dalla propria abitazione. Insomma, la bicicletta o i polmoni allenati dei runner possono essere l’unico lasciapassare “ludico” per uscire dal proprio territorio comunale quando il semaforo delle misure anti Covid indica il rosso.
Una bella conquista per gli amanti dello sport. Ma anche una bella responsabilità perché dopo mesi di montagne russe nella lotta alla pandemia una cosa è certa: le istituzioni hanno dato fiducia agli amanti della pratica sportiva all’aperto, non per forza tesserati, ma ora questi non se ne devono approfittare. Correre a piedi e in bici si può, anche fuori dal territorio comunale, ma mai fuori regione (quello lo possono fare solo gli atleti professionisti) – occhio quindi, specie ai ciclisti della domenica del Pordenonese o della Bassa Orientale – ma bisogna farlo da soli, mai in gruppo e portandosi in tasca l’autocertificazione e una mascherina in caso di sosta, che però quando si fa attività fisica può restare in tasca. Felice della novità uno che, un anno fa, per primo nel mondo del ciclismo, e dello sport in generale, aveva ordinato la ritirata in casa ai “suoi” ciclisti, dagli atleti professionisti della nazionale ai migliaia di appassionati della bici che sempre più invadono le nostre strade.
«La bicicletta e la corsa sono un vero antidoto a questo virus, non solo fisico ma anche mentale, attenzione però, siamo in piena emergenza, l’attività fisica deve essere fatta ma con responsabilità». Parola del commissario tecnico dell’Italbici Davide Cassani, volto noto televisivo anche per i suoi spot a una nota marca d’auto giapponese. «Un anno fa – spiega – ci hanno detto di fermarci e lo abbiamo fatto, la cosa era diventata snervante per chi aveva lo sport nel sangue ma obbligata perché il Covid ci sta portando via centinaia di persone al giorno e la cosa ci riempie di tristezza. Le istituzioni, ora, ci danno la possibilità di poter fare l’attività fisica fuori da casa e dal territorio comunale anche nelle zone rosse e noi dovremmo essere ancora di più responsabili e meritarci la fiducia accordata».
Cassani è chiaro: «L’attività sportiva consentita è quella individuale, non si possono fare i giri in bicicletta e le corse a piedi in gruppo, per quelli ci sarà tempo quando questa brutta bestia sarà finalmente cacciata. Non dimentichiamo che c’è gente che soffre, che il rischio di ammalarci è dietro l’angolo e che gli ospedali sono sotto pressione». C’è poi l’aspetto mentale che al cittì della nazionale di ciclismo non sfugge: «Il virus toglie molto, questa lotta quotidiana con un nemico invisibile è snervante – chiude – svagarsi con una pedalata o una corsa può essere di grande aiuto. Stamattina (ieri ndr) ho fatto una pedalata di sessanta chilometri sui miei colli romagnoli e mi sentivo rinato. E soprattutto ho incrociato centinaia di ciclisti o runner che cercavano la stessa libertà. Adesso meritiamoci la fiducia con comportamenti irreprensibili. La possibilità concessaci di fare attività sportiva in questo periodo voglio pensare sia anche una nuova consapevolezza in chi ci governa che lo sport possa aiutare a costruire un mondo migliore». —
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