A Fiume il processo al narcoboss della Croazia

. Dopo le indagini portate a termine dall'Uskok, l'Ufficio croato per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, è stato deciso il rinvio a giudizio per Stjepan Prnjat, 48 anni, definito l'Escobar croato, il cui processo per traffico di droga si celebrerà al Tribunale regionale di Fiume. Prnjat, arrestato nel marzo dell'anno scorso in Slovenia e in seguito estradato in Croazia, verrà processato assieme ad altre otto persone.
Sono tutti accusati di associazione a delinquere e traffico di sostanze stupefacenti: oltre a Prnjat, sul banco degli imputati si troveranno l'olandese Mario Boet, 59 anni, Damir Družinic, 60 anni di Zagabria, Ante Lukenda, 44 e suo fratello Filip, 40 anni, entrambi residenti nella capitale croata; e ancora Jozo Lekaj, 51 anni di Sesvete, Darko Bošnjak, 57 anni di Zagabria, Albernis Trujillo Sarria, 49 anni, cittadino spagnolo e infine il bosniaco–erzegovese Mirko Živanovic, 44 anni. I nove trafficanti di droga rischiano da un minimo di 3 ad un massimo di 15 anni di reclusione. Nei loro confronti è stata prolungata la carcerazione preventiva in quanto – ha stabilito il Consiglio del Tribunale fiumano – sussiste il pericolo di reiterazione di reato e di fuga.
I guai per il gruppo di trafficanti erano cominciati il 3 marzo 2018, quando allo scalo contenitori in Brajdica, a Fiume, erano stati scoperti poco più di 100 chili di cocaina accuratamente nascosti in un container che, in base ai documenti, doveva avere al suo interno rifiuti metallici. Il contenitore, giunto dall'America centrale, doveva arrivare a destinazione a Zagabria. Ma qualcosa è andato storto per Prnjat - il cervello della banda - e i suoi otto “colleghi”, con la polizia fiumana che si è resa protagonista di uno tra i cinque maggiori sequestri di sostanze stupefacenti mai registrati in Croazia. Le indagini hanno permesso di stabilire che la cocaina di alta qualità (pura all'83,7%) era stata acquistata da Prnjat nello stato centroamericano di Panama, al costo di 300 mila euro, 3 mila al chilogrammo: intendeva rivenderla in Croazia e in altri Paesi europei a un prezzo che, se l’operazione fosse riuscita, avrebbe fatto guadagnare a lui e ai suoi complici circa 15 milioni di euro, come hanno fatto notare le forze dell’ordine. L'Escobar croato è recidivo: a Trento, nel 2009, era stato condannato per reati di droga a 10 anni e 8 mesi di carcere.
Per poter catturare il gruppo di nove narcotrafficanti, la polizia croata si era avvalsa della collaborazione delle polizie di altri sette Paesi (Slovenia, Italia, Germania, Olanda, Spagna, Panama e Colombia), dell' Agenzia statunitense antidroga Dea e dell'Europol. Va ricordato che il maggior sequestro di sempre in Brajdica avvenne nel 1999: si trattava di 660 chili di cocaina, provenienti dall'America meridionale. Nel 2001, nell'unico terminal container a Fiume gli agenti riuscirono a scoprire 557 chili di cocaina. Se per il primo sequestro non ci furono sentenze di condanna, per il secondo venne condannato l'ex nazionale jugoslavo di pallanuoto Slobodan Kašić. —
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