A Gradisca la crisi corre lungo l’ex Statale 305

Di recente sulla Regionale hanno chiuso una pasticceria, un’officina e una pizzeria Con sempre meno attività commerciali via Udine è diventata “la strada del Cie”
Di Luigi Murciano
Bumbaca Gorizia 03.04.2013 Gradisca Gorian pasticceria - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 03.04.2013 Gradisca Gorian pasticceria - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. Una zona artigianale “fantasma”. Un centro commerciale rimasto in un cassetto. E un altro solamente “dimezzato” per ragioni puramente burocratiche. E nel mezzo anche altri capannoni che si svuotano. L’ex statale 305 (per tutti semplicemente via Udine) è da sempre una delle principali vie d’accesso a Gradisca, eppure oggi sembra svuotarsi sempre più e fungere da cartina tornasole di una crisi economica e imprenditoriale che morde sempre più duramente anche nell’Isontino. Tre le attività che da quelle parti hanno chiuso i battenti negli ultimi tempi: un’officina, una pasticceria (Gorian), una pizzeria (poi riconvertita senza successo in ristorante orientale). Per non parlare di quelle che non hanno mai aperto. E così la 305 rischia di rimanere nell’immaginario collettivo solamente “la strada del Cie”. Con una vaga speranza di rilancio: la creazione della nuova uscita austostradale di Gradisca, che da via Roma sarebbe traslata proprio in via Udine. Nessuno sviluppo concreto c’è stato per la nuova zona artigianale prevista nella zona. Nei piani avrebbe dovuto costituire la principale risorsa per lo sviluppo economico del Gradiscano. Alla prova dei fatti, però, è ancora un buco nero nel Piano regolatore comunale. Approvata già nel corso del Tommasini-1 e dopo la ”bocciatura popolare” della centrale elettrica a biomasse, di altre proposte concrete di insediamento nell’area D2 al confine con il comune di Mariano non c’è neanche l’ombra. Tre richieste erano nell’aria nel 2008, ma da allora nessuno si è più fatto avanti per occupare almeno in parte quei 50mila metri quadrati a due passi dalla nuova uscita autostradale. Nel dimenticatoio ci è finito apparentemente anche il progetto – nella stessa area - per un maxi-centro commerciale (con particolare riferimento agli accessori per la casa) con tanto di hotel e stabilimenti per il fitness. Un indotto potenziale da almeno 300 presunti posti di lavoro. Era il progetto della holding Sienergie, società padovana a capo delle società Hydra e Domus Brenta che hanno acquisito l’ex Torcitura di Sagrado e che aveva il compito di reperire capitali nel campo delle energie rinnovabili. Tanto da voler investire anche in altri settori. Ma da due anni è calato il silenzio. Le forze politiche avevano accolto freddamente la richiesta del privato. Riconvertendo l’intera area a commerciale, di fatto, Gradisca sarebbe andata a “bruciarsi” in una sola mossa lo spazio appena licenziato a favore dell’artigianato. Molti schieramenti avrebbero preferito allo scopo la zona commerciale ex Tonon, adiacente ai terreni dell’ipermercato Coop Isonzo che, come noto, in un domani ormai vicino potrebbe emigrare per insediarsi al parco commerciale di Villesse. E allora lungo la 305 lotta contro la crisi il solo centro commerciale “La Fortezza”, che, anzi, potrebbe uscirne rinvigorito.

La sanatoria per il centro commerciale “dimezzato” è infatti realtà. Il riassetto della viabilità a cura dei privati ha ottenuto il via libera: costituiva la conditio sine qua non per la valutazione di un possibile raddoppio della superficie di vendita della struttura.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo