Sulla Cabinovia di Trieste abbiamo bisogno di più ascolto e di meno silenzi

Riprendono i lavori in consiglio comunale. Cari rappresentanti dei cittadini: chiedete la parola, prendete quel microfono e dite cosa pensate. Se vi è d’aiuto, per farlo, immaginate di rispondere a un sondaggio

Fabrizio Brancoli
Larea del Bosco Bovedo vista dal mare. Foto Lasorte
Larea del Bosco Bovedo vista dal mare. Foto Lasorte

Vivo e lavoro a Trieste dal novembre del 2023 e praticamente dal primo giorno incontro persone che dicono: dovreste commissionare un sondaggio sulla cabinovia!

Mi sono chiesto spesso per quale motivo nessuno avesse fatto una scelta del genere, che evidentemente era desiderata da tanti e che poteva portare non dico un verdetto, ma certo un contributo importante, al dibattito su una questione che evidentemente in città scalda gli animi (non scomodiamo le coscienze, per carità).

Come mai il sondaggio non veniva fatto? E un referendum? La domanda è retorica: se non c’è stata un’esplorazione della volontà dei triestini, come cantava Riccardo Cocciante, ci sarà un perché.

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Il sindaco di TriesteDipiazza e l'assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi in primo piano fotografati da Lasorte in Consiglio comunale

La cabinovia interessa perché è una gran matrioska che contiene molte altre questioni, tutte di vero spessore per una comunità. L’ambiente. La mobilità urbana. La strategia di sviluppo turistico. La proiezione mediatica della città. I costi. La Bora. I percorsi di democrazia e di rappresentanza, le proteste pubbliche, il legittimo diritto-dovere di prendere decisioni.

Ci sono molte matrioske e matrioskine (del resto, non funziona così, a Trieste?) e ognuna ha diritto di stare nel dibattito. Anche il sondaggio che abbiamo proposto – scientifico nell’approccio, rigoroso nelle modalità, puntuale nei risultati – genera tante possibili considerazioni. Ne vedo emergere tre.

La prima abbiamo cercato di svilupparla sul Piccolo, ieri (mercoledì). È il punto di vista dei giovani (Under 30) sondati. Solo il 18% di loro pensa che la cabinovia dal mare al Carso sarebbe un fattore positivo per Trieste. Solo 2 su 10 definiscono l’opera “sostenibile” da un punto di vista ambientale. E il 91% risponde che conosce bene il progetto. Sono risposte in linea con quelle generali, ma più spinte nelle percentuali. Che cosa ci stanno dicendo questi giovani? A me appare evidente che stiano dicendo: ascoltateci, approfondite questa storia con noi, visto che poi saremo noi a viverla; segnerà il nostro panorama, le nostre abitudini

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Il prototipo della cabina Leitner in piazza della Borsa (Silvano)

Qualche lettura maldestra tenta di liquidare questo aspetto dicendo che i giovani non hanno capito bene, hanno scarsa conoscenza del progetto e devono partecipare di più alle vicende pubbliche. Ma chi vogliamo prendere in giro? Hanno capito benissimo e hanno detto che cosa pensano. Punto.

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La seconda questione è che su un dibattito del genere, nella casa di vetro che dovrebbe essere un municipio di una città importante come questa, si deve, appunto, dibattere. Un dibattito che non dibatte non ha senso, fa del male a tutti e lascia sul campo molte legittime perplessità. Trieste ha bisogno di dialettica civile. Per quale motivo, nella scorsa settimana, in una maratona di giorni e giorni, gli esponenti della maggioranza non hanno sentito il bisogno di intervenire? Altra domanda retorica. Come cantava Cocciante, ci sarà un perché.

Infine, il terzo punto. Tra le varie astrusità intercettate in questi giorni di irritazioni ed eccitazioni sul sondaggio promosso dal Piccolo, ce n’è una davvero singolare: si è fatto notare come il sondaggio arrivasse con una “strana” tempistica. Insomma: ci si sorprende che esso collimi con la discussione in consiglio comunale. E qui c’è da sbandare dallo stupore. Di grazia, quando si dovrebbe proporre, un lavoro del genere, se non nei giorni di una discussione democratica mirata su quell’argomento? È un contributo a disposizione di tutti: lettori e lettrici del nostro giornale, cittadini e ospiti, chi governa e chi si oppone, le associazioni, i soggetti collettivi. Questo è il momento di parlare della cabinovia, con tutti gli strumenti conoscitivi e corretti possibili.

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Da oggi riprendono i lavori in consiglio comunale. Cari rappresentanti dei cittadini: chiedete la parola, prendete quel microfono e dite cosa pensate. Se vi è d’aiuto, per farlo, immaginate di rispondere a un sondaggio. —

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