Sondaggio sulla cabinovia di Trieste, no da 8 giovani su 10: «E un’opera fatta per turisti»
Nel sondaggio lanciato dal gruppo Nem sul gradimento del progetto i più critici sono gli under 30: «La città ha altre necessità». Qualche voce fuori dal coro: «Collegamento green con il Carso»

Solo il 18% degli under 30 sostiene che la cabinovia che dovrebbe unire il centro di Trieste al Carso, se verrà realizzata, sarà un fattore positivo per la città. È quanto emerge dal recente sondaggio realizzato da WinPoll per conto del Gruppo Nem - che edita anche Il Piccolo - e pubblicato su queste pagine.
Un risultato che evidenzia un consenso molto basso tra i più giovani, tendenzialmente più attenti e sensibili sui temi verdi e della sostenibilità, e che contrasta con le spinte politiche e istituzionali che continuano a presentare l’opera come un volano per la mobilità cittadina. Dal sondaggio emerge innanzitutto il dato significativo riguardante la conoscenza del tema: ben il 91% degli under 30 sostiene di conoscere il progetto.
Una percentuale che contrasta la vulgata corrente che vuole i giovani disinformati sui temi di attualità. Ma i giovani invece si informano, seppur a modo loro. «Di certo non mi azzarderei a iniziare un dibattito tecnico sul tema - premette Elisa Lisi, studentessa triestina di Lettere moderne -; forse i social non sono il mezzo più adeguato, però cerco di essere aggiornata almeno per quanto riguarda i temi che riguardano la mia città».

Secondo Elisa la questione ambientale è quella da tenere principalmente in considerazione quando si parla di questo progetto. Se però si parla di turismo: «quale migliore esperienza può vivere un visitatore in città se non attraverso il Tram di Opicina? - si chiede retoricamente -. Rappresenta un mezzo alternativo pur se un po’ più lento».
Samuel Postiglione è all’ultimo anno del liceo e vive nella periferia est della città ma anche lui ha ben chiaro di cosa tratta il progetto. «La cabinovia è un’opera della quale andrebbero a beneficiare soprattutto i turisti - spiega - mentre per i cittadini di Trieste sarebbe pressoché inutile; comporterebbe un enorme spreco di denaro pubblico, quando Trieste dal punto di vista della mobilità ha altre necessità».
Sempre secondo il sondaggio, solo 2 giovani su 10 ritengono che l’opera sia sostenibile da un punto di vista ambientale. Così Sara Merlin, universitaria a Trieste proveniente della provincia di Padova. «Sicuramente il fattore ambientale incide molto fra noi giovani, ma brucia anche sapere che potrebbero venire investiti i soldi europei e governativi in questo modo, quando ci sono altri progetti che potrebbero avere la precedenza. Penso ad esempio a collegamento più rapidi fra Trieste e il Fvg con il resto d’Italia o, rimanendo in città, con infrastrutture stradali o collegamenti migliori con autobus o tram».
Di opinione uguale e contraria è Gabriele Russo, 29enne che lavora nell’ambito della comunicazione. Per lui la cabinovia rappresenterebbe la realizzazione di un “sogno di bambino”. «Ricordo quando da piccolo andavo al mare ai Topolini e, guardando verso Monte Grisa, ragionavo su quanto sarebbe stato bello avere un impianto che in poco tempo mi riportasse a casa sull’altipiano. È un’infrastruttura che comunque esiste anche in altre città - aggiunge - penso per esempio alla cremagliera di Bergamo o alla cabinovia di Barcellona».
Cabinovia sì, dunque, ma con alcuni accorgimenti. «Così com’è progettata attualmente - ricorda - è facilmente attaccabile. Dovrebbe avere almeno una stazione in più, ad esempio per facilitare chi va a lavorare alla Sissa di via Bonomea, e dovrebbe terminare a Monte Grisa e non concludersi a Campo Romano nel “nulla”».
Joel Giangrande ha 22 anni ed è agente immobiliare da quando ne ha 18. E anche lui ha le idee molto chiare sul tema. «Quest’opera credo sia importante per tutti i tessuti sociali della città - spiega - per l’immobiliare come per chi investirà in futuro in città». Il suo è un punto di vista improntato molto sul turismo. «Che non è quello ad esempio di Venezia - ammonisce - e non deve diventarlo. Chi investe qua lo fa perché vuole privacy e tranquillità e non è lo stesso di chi compra casa a Milano o a Venezia. Per queste persone sarebbe perfetto trovare un modo rapido e green con il quale spostarsi tra il centro città e il Carso».
Stesso concetto che può valere per il triestino che potrà, sempre secondo Joel, grazie alla cabinovia «riscoprire quella tranquillità e quella vivibilità un po’ perduta. Io sfido chiunque abiti in centro o anche in periferia a non vedere in modo positivo il fatto di poter andare in Carso senza spostare la propria automobile». —
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