A Gradisca scoppia il giallo della freccia sul platano

Chi dice che il dardo sia stato scoccato dai Turchi, chi durante le guerre del ’600 o ancora da un soldato indiano
Di Luigi Murciano
Bumbaca Gorizia 25.10.2013 Parco Gradisca, freccia nell'albero Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 25.10.2013 Parco Gradisca, freccia nell'albero Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. Ha solleticato (e a quanto pare lo fa tuttora) la fantasia di generazioni di gradiscani. Una vera e propria leggenda metropolitana, tramandata oralmente: da padre a figlio, da nonno a nipote, persino dal maestro ai suoi alunni. Per decenni. E quando una storia continua a circolare - vera, verosimile o falsa che sia - tutto in fondo diventa possibile.

Così, per decenni all'ombra della Fortezza si è favoleggiato di una fantomatica freccia conficcata da tempo immemore nel tronco di un platano. Tuttora visibile - giurano - nel verdissimo parco della Rotonda, il giardino pubblico prospicente il Torrione della Campana e la Porta Nuova. Per rinvigorire un mito a quanto pare mai tramontato è bastato un post su Facebook che chiedeva agli utenti della frequentatissima pagina "Gradisca-Immagini e pensieri" se ne avessero mai sentito parlare. Un centinaio i commenti fra ricordi scolastici, aneddoti familiari, testimoni oculari in grado di trovare l'albero dove la famigerata freccia è conficcata, e naturalmente smentite.

Secondo la leggenda circolante in tante famiglie della Fortezza, mica si tratterebbe di una freccia qualunque. La versione più ricorrente della storiella raccontata ai bimbi gradiscani - i primi oggi vanno per i settanta d'età - raccontava di un dardo scoccato da un soldato turco ai tempi delle incursioni che minacciavano la Serenissima Repubblica di Venezia e la cristianità. Ma come ogni leggenda che si rispetti, anche questa ha le sue mille differenti versioni. Molto quotata anche quella che sposta lo scoccare del misterioso dardo - in questo caso partito da una balestra - due secoli più avanti, ai tempi delle cosiddette Guerre Gradiscane, conflitto che vide opporsi fra il 1615 e il 1617 il ramo austriaco della famiglia d'Asburgo e ancora una volta la Serenissima, che tentava di riconquistare il controllo del territorio. Terza versione della leggenda: a conficcare la freccia nel platano della Rotonda sarebbe stato al termine della Seconda guerra mondiale un soldato indiano in forza all'esercito inglese.

Sin qui i racconti. Due su tre facilmente "smontabili" con un po' di razionalità: gli alberi della Rotonda hanno esattamente 150 anni, non uno di più: i primi arbusti sono stati piantati nel 1863.La simpatica diatriba sulla consistenza o meno della storiella potrebbe dirsi conclusa qui: non fosse che, convinti dai tantissimi cittadini che quel dardo giurano di averlo visto, ci siamo fatti mostrare il platano del mistero. Eh, diamine, dotati di binocolo e teleobiettivo del fotografo abbiamo dovuto constatare che una barra d'acciaio che spunta dal tronco effettivamente c'è, eccome, nascosta fra i rami a una decina di metri d'altezza.

Sul web è un tripudio, la leggenda tutta gradiscana - quale che sia l'origine di quel benedetto corpo conficcato nel platano - puo' sopravvivere. Il dardo scoccato da mano ignota esiste per davvero. Ma il mestiere è crudele e ci impone altre verifiche. Che, come riferiamo a parte, pongono fine alla querelle. Ma non ditelo ai bambini. Se questo falso storico può servire a imparare la storia come si faceva una volta, a sentirsi orgogliosi della storia della propria città o - per i più attempati - a tornare bambini e rivivere i ricordi più belli, in fondo non c'è proprio nulla di male.

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