A Gradisca scoppia il giallo della freccia sul platano

GRADISCA. Ha solleticato (e a quanto pare lo fa tuttora) la fantasia di generazioni di gradiscani. Una vera e propria leggenda metropolitana, tramandata oralmente: da padre a figlio, da nonno a nipote, persino dal maestro ai suoi alunni. Per decenni. E quando una storia continua a circolare - vera, verosimile o falsa che sia - tutto in fondo diventa possibile.
Così, per decenni all'ombra della Fortezza si è favoleggiato di una fantomatica freccia conficcata da tempo immemore nel tronco di un platano. Tuttora visibile - giurano - nel verdissimo parco della Rotonda, il giardino pubblico prospicente il Torrione della Campana e la Porta Nuova. Per rinvigorire un mito a quanto pare mai tramontato è bastato un post su Facebook che chiedeva agli utenti della frequentatissima pagina "Gradisca-Immagini e pensieri" se ne avessero mai sentito parlare. Un centinaio i commenti fra ricordi scolastici, aneddoti familiari, testimoni oculari in grado di trovare l'albero dove la famigerata freccia è conficcata, e naturalmente smentite.
Secondo la leggenda circolante in tante famiglie della Fortezza, mica si tratterebbe di una freccia qualunque. La versione più ricorrente della storiella raccontata ai bimbi gradiscani - i primi oggi vanno per i settanta d'età - raccontava di un dardo scoccato da un soldato turco ai tempi delle incursioni che minacciavano la Serenissima Repubblica di Venezia e la cristianità. Ma come ogni leggenda che si rispetti, anche questa ha le sue mille differenti versioni. Molto quotata anche quella che sposta lo scoccare del misterioso dardo - in questo caso partito da una balestra - due secoli più avanti, ai tempi delle cosiddette Guerre Gradiscane, conflitto che vide opporsi fra il 1615 e il 1617 il ramo austriaco della famiglia d'Asburgo e ancora una volta la Serenissima, che tentava di riconquistare il controllo del territorio. Terza versione della leggenda: a conficcare la freccia nel platano della Rotonda sarebbe stato al termine della Seconda guerra mondiale un soldato indiano in forza all'esercito inglese.
Sin qui i racconti. Due su tre facilmente "smontabili" con un po' di razionalità: gli alberi della Rotonda hanno esattamente 150 anni, non uno di più: i primi arbusti sono stati piantati nel 1863.La simpatica diatriba sulla consistenza o meno della storiella potrebbe dirsi conclusa qui: non fosse che, convinti dai tantissimi cittadini che quel dardo giurano di averlo visto, ci siamo fatti mostrare il platano del mistero. Eh, diamine, dotati di binocolo e teleobiettivo del fotografo abbiamo dovuto constatare che una barra d'acciaio che spunta dal tronco effettivamente c'è, eccome, nascosta fra i rami a una decina di metri d'altezza.
Sul web è un tripudio, la leggenda tutta gradiscana - quale che sia l'origine di quel benedetto corpo conficcato nel platano - puo' sopravvivere. Il dardo scoccato da mano ignota esiste per davvero. Ma il mestiere è crudele e ci impone altre verifiche. Che, come riferiamo a parte, pongono fine alla querelle. Ma non ditelo ai bambini. Se questo falso storico può servire a imparare la storia come si faceva una volta, a sentirsi orgogliosi della storia della propria città o - per i più attempati - a tornare bambini e rivivere i ricordi più belli, in fondo non c'è proprio nulla di male.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo