A migliaia in fila per l’inaugurazione di Obi a Trieste

Ressa nei corridoi e alle casse del nuovo maxi store in via Flavia. Parcheggi delle strade vicine presi d’assalto. Traffico in tilt
Lasorte Trieste 28/09/19 - Strada della Rosandra, Inaugurazione OBI
Lasorte Trieste 28/09/19 - Strada della Rosandra, Inaugurazione OBI

TRIESTE Perfino Francesco Fracasso, che con la sua Cervet ha trasformato l’ex concessionaria Dino Conti in un monomarca Obi dalla squillante tonalità arancione, è rimasto sorpreso dall’affluenza che ha contraddistinto il sabato italianissimo di Borgo San Sergio & dintorni.



L’imprenditore veneto era in postazione già all’apertura. L’inaugurazione del centro commerciale è stata salutata dalla visita compiuta da migliaia di clienti: il parcheggio, che garantisce oltre 300 posti auto, era gremito fin dall’apertura mattutina delle 8.30. Neppure il meteo, inizialmente sfavorevole, è riuscito a smentire la curiosità dell’utenza, nonostante non manchino a Trieste le opportunità di acquisto per bricolage, giardinaggio e affini. Per posteggiare bisognava spingersi oltre il campo sportivo di Borgo, verso via Sergio Forti. Via Carletti e strada di Rosandra hanno registrato rapidamente il tutto esaurito. La rotatoria Rosandra-Carletti-Flavia-Caboto, che rappresenta il principale contributo del Comune (circa 400 mila euro) all’operazione e che governa il traffico di zona, veniva frenata dalla quantità di auto.

«Un marchio attraente, 8600 metri quadrati di area commerciale, il parking a disposizione - spiegava Fracasso - sono le probabili ragioni di un esordio che, in termini di visitatori, non ci attendevamo in queste dimensioni». Fila per strada, fila anche alle casse: lo sconto promozionale su una serie di prodotti ha contribuito a oliare i ben disposti ingranaggi dello shopping. Carte da parati, illuminazione, bagno, cucina, spazio giardino, persino qualche bicicletta: logistica domestica alla ribalta. Per compiacere i genitori, all’ingresso del capannone un momento di attenzione dedicato ai piccoli. Completava la kermesse la diretta radiofonica di Punto Zero.

Che il colosso tedesco, capace di fatturare qualcosa come 7 miliardi di euro con questo campionario, volesse far colpo sulla piazza triestina, lo si era capito già con il servizio gratuito di navetta organizzato dalle 9 alle 18 sulla linea Università, piazza Oberdan, piazza Unità. Verrà bissato oggi e sarà riproposto il prossimo fine settimana del 5-6 ottobre.

Obi-formato-Trieste è il secondo insediamento del brand tedesco in regione. Aveva cominciato Tavagnacco e adesso anche l’area giuliana è coperta mediante un investimento di 18 milioni di euro. L’apertura di ieri mattina ha coronato, con un ritardo di un paio d’anni rispetto ai primi annunci, un percorso iniziato nella primavera del 2015, quando l’allora assessore comunale alle Attività economiche, Edi Kraus (giunta Cosolini), diede notizia del preliminare firmato dal concessionario d’auto Dino Conti e da un gruppo (l’identità era ancora misteriosa) operante nell’utensileria, ben impressionato dalla buona collocazione dello stabile. L’operazione sbloccava il lungo impasse dovuto alla resistenza anti-monomarca di Confcommercio, che aveva acceso il contenzioso davanti alla giustizia amministrativa. L’anno successivo il via libera al Piano regolatore legittimava la trasformazione del sito: 17 mila mq in tutto, 8600 commerciali, 60 assunzioni. Il cantiere veniva aperto nell’autunno 2017, dopo una raccolta di autorizzazioni un po’ faticosa. Trascorrono due anni di lavori e quel rudere dalla grande scritta Citroen diventa un simbolo del terziario contemporaneo. —


 

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