A Palazzo Attems la mostra del nonno di Tinto Brass

Nonostante una via di Gorizia a lui intitolata, chi era Italico Brass lo sanno in pochi. La mostra che gli dedicano i Musei provinciali (in collaborazione con la Fondazione Marignoli di Montecorona) nella loro sede più prestigiosa, ossia quella di Palazzo Attems Petzenstein, pare adatta, quindi, a scoprire o meglio conoscere la figura e l'opera di un concittadino illustre. Anche se, per esser precisi, di suoi lavori non ne troviamo esposti moltissimi bensì una decina, realizzati tra il 1896 e il 1916. E tale decina di lavori comprende le vedute di Gorizia e i bozzetti della collezione Marignoli affiancati alle tele veneziane che appartengono ai Musei provinciali.
Inaugurata ieri, l'esposizione vuole così permettere un approfondimento sulla poetica dell'artista, coprendo un periodo circoscritto ma fondamentale nella sua produzione. Ed ecco in cosa consiste l'"Omaggio a Italico Brass (1870-1943). Opere dalla Collezione Marignoli di Montecorona e dalla Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia": questo il titolo della mostra curata da Michele Drascek (anche curatore del catalogo) e Alessandro Quinzi.
Sarà sufficiente per una maggior conoscenza dell'artista? Difficile far previsioni. Di certo, al nome, o, meglio, al cognome Brass, i più pensano non al pittore goriziano ma al celebre regista milanese: Giovanni all'anagrafe, Tinto per tutti. Ebbene, Tinto è nipote di Italico, il quale soprannominò il nipote Tintoretto, da cui Tinto; non solo, il regista ha affermato d'aver preso dal pittore "la passione per le immagini". D'accordo, qualcuno obietterà che le immagini che si associano ai lavori di Tinto sono un po' distanti da quelle dei dipinti di Italico. Il quale, nato in una Gorizia sì asburgica ma sempre più coinvolta nel dibattito sulla questione nazionale, è irredentista già nel nome al punto di rinunciare, nel 1911, alla cittadinanza austriaca per partecipare poi al primo conflitto mondiale nelle fila dell'Esercito Italiano. Nessuna traccia di erotismo, quindi, nel suo lavoro, ma un solido "vedutismo", e, certo, il suo esser "Reporter della Grande Guerra" com'era il titolo di una mostra allestita tra il 2008 e il 2009 al Castello di Gorizia. E proprio nei giorni della mostra, tra l'altro, le cronache riportavano di una contesa tra gli eredi Brass. Essa riguardava centinaia di dipinti (anche del Magnasco e del Parmigianino) accumulati in primis da Italico, con particolare attenzione al '500 veneziano .
Tornando alla mostra, "Omaggio a Italico Brass" rimarrà aperta fino al 2 ottobre da martedì a domenica dalle 10 alle 17; chiusura il lunedì. Il catalogo, pubblicato da Editoriale Umbra per la Fondazione Marignoli, raccoglie contributi di Annalia Delneri, Michele Drascek, Luca Geroni, Duccio K. Marignoli, Federico Portelli. Alex Pessotto
Riproduzione riservata © Il Piccolo








