A Palmanova dopo 46 anni chiude la Tipografia di Lorenzo Desinano

La storia
/PALMANOVA
Chiude dopo 46 anni la Tipografia Desinano di Palmanova, la città perde un pò della sua storia. Per il titolare Lorenzo Desinano, è giunta l’ora della pensione dopo aver stampato quei cartoncini che raccontano le vite altrui, come comunioni, matrimoni, ringraziamenti dopo un lutto. Chiude, come racconta, perché la tecnologia avanza e servono costosi investimenti che, con l’arrivo della pensione, non si possono fare vista la mancanza del ricambio generazionale. Con un pò di emozione Desinano racconta la sua storia professionale che inizia nel 1972 con il diploma al Centro di formazione di Cividale, dove aveva frequentato il corso di tipografia, e l’ingresso nel mondo del lavoro come apprendista tipografo nella Tipografia Frontali di Palmanova. «Subito dopo il servizio militare – dice Desinano – nel 1975, a soli vent’anni, avvio con tanta inesperienza la mia piccola tipografia, con le cambiali in scadenza e le problematiche inerenti. Con un debito grandissimo, tre milioni di lire, acquisto la famosa stampante Stella Heidelberg: mi affascinava vederla lavorare con tutti i suoi automatismi. Era una grande conquista. Sono sempre stato molto attento alla clientela, premuroso e puntuale nelle consegne e la soddisfazione dei clienti, mi dava la carica. Nel 1979 mi iscrivo all’unione artigiani di Udine: ero orgoglioso di farne parte perché mi sentivo un vero artigiano. Mi ero specializzato nella stampa dei bigliettini dei matrimoni e delle comunioni: mi è capitato di stampare le partecipazioni di nozze a ragazzi ai cui genitori avevo stampato i bigliettini, che mi portavano come campione». Racconta l’arrivo del computer negli anni Novanta: «Per me è un intruso, ma non senza difficoltà, imparo le nuove tecnologie. I caratteri e le composizioni a mano, sono diventati un ricordo. Mi capita, mentre sono al computer , di alzare gli occhi alla parete dove sono appesi i manifesti degli anni Ottanta in cui era impressa l’arte e l’anima del tipografo e mi prende la nostalgia». —
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