A processo il compagno di Marianna Pepe
Il compagno dell’ex campionessa nazionale di tiro a segno Marianna Pepe, il quarantatreenne Demis Corda, finirà a processo. Il gup Luigi Dainotti ha accolto la richiesta del pm Maddalena Chergia e lo ha rinviato a giudizio.
A distanza di otto mesi dalla tragica morte della sportiva, stroncata da un mix di alcol e sostanze assunte nell’appartamento di un amico muggesano, per l’uomo si aprono dunque le porte del tribunale.
Corda, difeso dall’avvocato Enrico Miscia, dovrà rispondere di una serie di presunti atti violenti nei confronti della donna che si sarebbero verificati tra i muri domestici e davanti al bambino piccolo quando i due convivevano.
Secondo l’accusa Pepe veniva pestata con spinte, pugni e calci. Cosa scatenava la rabbia del compagno? Futili motivi.
Nella sua denuncia l’ex campionessa aveva riferito in particolare un episodio, quello del 17 agosto del 2016. Marianna aveva raccontato di essere stata spinta con forza e di aver battuto la testa. Poi, nel tentativo di scappare dal fidanzato, si era lanciata da una finestra dall’altezza di due metri. Un salto che, fortunatamente, le aveva procurato solo alcune lievi lesioni.
La trentanovenne sarebbe stata picchiata da Corda anche nell’aprile dell’anno scorso, tanto da dover ricorrere alle cure del Pronto soccorso per farsi medicare un braccio. Ai medici aveva riferito però di essersi fatta male «accidentalmente».
Nelle altre liti che si sarebbero susseguite nei mesi successivi, Marianna avrebbe riportato un’ecchimosi alla tempia e la torsione del braccio. Quando la donna aveva paura o veniva aggredita, se ne andava di casa. Ma spesso ritornava e così i due, nonostante le violenze, riprendevano la convivenza.
Anche il giorno della tragedia, l’8 novembre, la trentanovenne sarebbe stata malmenata, tanto che la donna aveva deciso di farsi ospitare nell’appartamento di un amico, Antonio Vidmar. È in quell’alloggio che l’ex campionessa, disperata e in fuga, aveva assunto alcol, cocaina e Diazepam. Sostanze, queste, rinvenute nel corpo della donna in seguito all’autopsia e ai test tossicologici. «A un certo punto mi aveva chiesto qualcosa di forte per addormentarsi – aveva testimoniato Vidmar – io le ho dato Diazepam. Lei si è bevuta tre quarti della boccetta. Il suo problema era il moroso che voleva lasciare, ma c’era il figlio di mezzo. Gli dicevamo tutti di andarsene da lui». Marianna è deceduta per un’insufficienza cardiorespiratoria da edema polmonare acuto. Il cocktail di sostanze l’ha uccisa nel sonno, con il bimbo in casa.
La prima udienza a carico di Demis Corda è fissata per il 13 gennaio del prossimo anno. —
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