A San Canzian d’Isonzo gli scavi archeologici restituiscono delle ossa umane
I ritrovamenti nell’ambito della riqualificazione del sagrato della chiesa
Approfondimento affidato a un antropologo esperto in medicina legale

SAN CANZIAN Delle ossa sono state rinvenute durante la nuova indagine archeologica in corso nell’area antistante la chiesa parrocchiale di San Canzian d’Isonzo nell’ambito del progetto con cui il Comune punta a riqualificare la piazzetta.
I resti umani sono stati ritrovati, come riferisce il sindaco Claudio Fratta, nella porzione più piccola oggetto di studio, in direzione di piazza Venezia. Da qui l’affidamento a un antropologo, Francesco Simonit, specialista in medicina legale, perché faccia luce sul ritrovamento, che potrebbe, comunque, essere legato anche alla funzione cimiteriale che l’area attorno alla chiesa ha avuto fino all’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 che impose lo spostamento delle sepolture fuori dai centri abitati per motivi igienico-sanitari.

La zona in cui sono state rinvenute le ossa è del resto distante dall’area, adiacente e in parte sovrapposta alla parrocchiale, occupata dalla basilica paleocristiana della seconda metà del V secolo. Un sito che ha invece restituito invece negli scavi degli anni’60, condotti dal professor Mario Mirabella Roberti, i resti venerati come quelli dei santi Canziani, esposti ai piedi dell’altare maggiore da tre anni per iniziativa del parroco don Francesco Fragiacomo. Delle sepolture di epoca medievale emersero invece una decina d’anni fa all’interno della chiesetta di San Proto, confermando l’importanza del “vicus” per la fede cristiana, legata proprio al culto dei tre martiri .

Nel frattempo in questi giorni il Comune di San Canzian d’Isonzo ha provveduto ad affidare anche un incarico, a una ditta specializzata di Trieste, per la messa in sicurezza di una porzione di moisaico attraverso la realizzazione di un cordolo. Il lacerto musivo dovrebbe rientrare tra quelli già emersi nel corso della campagna di scavo realizzata da Mirabella Roberti con l’Università di Trieste e lasciati in situ, a differenza di quelli staccati per essere resi visibili nell’Antiquarium annesso alla chiesa parrocchiale o all’ingresso della corte della canonica
Un quadro esaustivo si avrà, in ogni caso, solo alla conclusione dell’intervento di verifica archeologica, richiesto dalla Soprintendenza nel giugno del 2022 visto l’esito delle indagini georadar effettuate a inizio estate del 2021 in tutta l’area di intervento. Lo ribadisce il sindaco di San Canzian Claudio Fratta, a fronte dei rallentamenti subiti a causa del maltempo dal lavoro dell’archeologo Dario Innocenti e degli affidamenti “specialistici” che il Comune ha effettuato negli ultimi giorni in seguito all’attività richiesta dalla Soprintendenza archeologica del Friuli Venezia Giulia. «Vedremo quale sarà l’esito della relazione finale – afferma nuovamente il sindaco – e quali eventualmente le indicazioni della Soprintendenza rispetto a un progetto che non prevede di mantenere a vista dei possibili ritrovamenti». La spesa per la valorizzazione dell’area compresa tra la chiesa e l’oratorio è stata quantificata dal Comune in 160 mila euro, di cui 75 mila coperti dai fondi ricevuti sul Psr Mar e Tiaris
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