A San Spiridione la panichida per Zucchi, il vigile “multiculturale”

L’OMAGGIO
Ispettore capo della Polizia locale, stimatissimo nell’ambiente di lavoro, ma assai amato anche nell’ambito di molte delle comunità che a Trieste convivono dai tempi di Maria Teresa d’Austria e per le quali si prodigava, Sergio Zucchi sarà ricordato oggi alle 16 con una preghiera particolare dedicata ai morti, la panichida, nella Chiesa di San Spiridione, cui era particolarmente legato. Poi, domani, l’ultimo atto: il funerale, che si svolgerà dalle 10 alle 11.30 a Sant’Anna.
Vi parteciperanno sicuramente, tra gli altri, molti appartenenti alle comunità russa, serba, ucraina, islamica ed ebraica, alle quali Zucchi era vicino. E che facevano capo alla casa ospitalissima di via Navali di Khaled Fouad Allam, sociologo, accademico, scrittore e saggista di origine algerina, naturalizzato italiano, editorialista di Repubblica e di altre testate nazionali, scomparso nel 2015, di cui Sergio era stato a lungo grande amico e collaboratore.
«Sergio Zucchi era come un fratello per me – ricorda la fotografa Monika Bulaj -. Forse l’eredità più grande che lascia è proprio questa rete di persone che all’improvviso si scoprono complici nell’aiutare gli altri e anche ora nel suo ricordo. Le varie comunità, lui le collegava con i fili della sua presenza, della gentilezza e della curiosità, motore principale del suo interesse per le altre culture. E se arrivava una sua telefonata, era sempre per una richiesta di solidarietà minimale, dedicata soprattutto alle donne».—
Riproduzione riservata © Il Piccolo