«A Trieste farò il Ragazzo invisibile 3»

Lo ha annunciato il premio Oscar, che ha ricevuto il Sigillo trecentesco
Lasorte Trieste 26/05/16 - Municipio, Salotto Azzurro, Sindaco Cosolini consegna Sigillo a Gabriele Salvatores
Lasorte Trieste 26/05/16 - Municipio, Salotto Azzurro, Sindaco Cosolini consegna Sigillo a Gabriele Salvatores

TRIESTE. «Ringraziando per questo onore, Trieste è al centro del mio cuore!»: ha siglato così Gabriele Salvatores il libro d'oro del Comune ieri mattina dopo aver ricevuto il Sigillo trecentesco dal sindaco Cosolini, e annunciando che gli piacerebbe girare una piccola serie televisiva a Trieste sul "Ragazzo invisibile".

Ma, «come dice l'adagio, non c'è due senza tre», ha detto il regista premio Oscar, riferendosi anche a un possibile terzo episodio, poiché, ha riferito, «lasceremo un finale aperto» per il sequel, dove il piccolo protagonista Michele crescerà, ha sottolineato il film-maker napoletano. Che riscontra nel capoluogo triestino una caratteristica in particolare che gli ricorda la sua città d'origine: la piacevolezza delle persone, «anche se non immediatamente riconoscibile». «Trieste è stata fondamentale per la riuscita del film - ha detto ancora Salvatores - e grazie al suo successo l'hanno conosciuta in molti». Ma Trieste è anche un po' nel suo destino artistico e personale. Perché la carriera di Salvatores è iniziata con il teatro e il suo primo maestro è stato Giorgio Strehler, ha ricordato ieri, ha collaborato poi con diversi personaggi legati alla città, come Renato Sarti e Paolo Rossi. E, sorpresa, il regista ha anche diversi parenti in regione. E se girasse un film dal titolo "La mia Trieste segreta", quali sarebbero i suoi luoghi preferiti? Il Pedocin, è la prima risposta. E poi «certi piccoli bar che cucinano ancora qualcosa in un angolino», e alcune parti del Porto Vecchio, che lo ha stregato nel 2008. «Farei di tutto in quel posto, però non lo toccherei troppo nel senso che ha un fascino particolare» ha sottolineato Salvatores. Qui in città c'è tutto per lui, pare, e soprattutto: «Tre cose a cui non saprei rinunciare: il mondo femminile, il mare e il vino».

Benedetta Moro

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