A Trieste folla di curiosi per gusti e profumi francesi

«Dans ce fromage c’est une ville!» spiegano alla bancarella dei formaggi che, in via delle Torri, apre il mercatino di Natale francese. Il venditore esibisce una forma di “mimolette”, formaggio a base di latte di vacca invecchiato oltre 20 mesi e tipico del Nord della Francia, le cui caratteristiche sono il colore arancione e le asperità della crosta - qui ci sarebbe la “ville”, la città - dovute all’introduzione intenzionale di acari responsabili del sapore a un tempo intenso e delicato.
Sul banchetto troviamo anche i tradizionali beaufort, brie e camembert accompagnati da cipolle e scalogne della Bretagna e aglio rosso di Tolosa. A due passi gli stand di Corinne offrono un vasto assortimento di champagne e vini, e immancabili sono il vin brulé, l’acquavite e il sidro normanno, da abbinare con cura ai foie gras di oca o di anatra e a mostarde, marmellate e miele di produzione artigianale.
La gente si aggira per il mercatino d’oltralpe, una novità a Trieste, incuriosita dai colori e dai profumi forti e contrastanti. Folla anche alla bancarella del prosciutto serrano e dei salami, accanto ai quali si possono trovare 12 diverse qualità di olive e una vetrina di patè di carne e verdure a dir poco invitante. Mentre i papà scelgono tra i salami di anatra e quelli di cinghiale insaporiti alle erbe o al pepe nero, i bambini riempiono sacchetti di “waffells” (le soffici cialde dall’aspetto a grata) e di biscotti artigianali bretoni: gallette al burro, al cocco, allo zenzero e biscotti ripieni di frutta o tempestati di gocce di cioccolato. Eleganti segnalibri placcati oro, candele decorate con motivi natalizi, foulard in seta, profumi e tovaglie provenzali attirano chi ha già la pancia piena.
Grande successo per il coloratissimo spazio dedicato alle saponette marsigliesi e alla lavanda provenzale, dove nessuno resiste alla tentazione di portare al naso i cubetti dai profumi di mandorla, cannella, vaniglia, fragola, miele, tè verde; i clienti azzardano un dialogo in francese, ma passano repentinamente all’inglese per concludere, scandendo lentamente le parole e alzando di qualche tono la voce.
Sul lato opposto della piazza si sguazza nella fragranza di brioches e pane appena sfornato, mentre in vetrina un trionfo di torte, sformati e baguettes farcite richiamano l’attenzione di chi non è ancora andato a pranzo. Cioccolatini, praline, torroni e spezie da tutto il mondo chiudono il mercatino insieme alle due casette centrali: una con champagne e ostriche e un’altra in cui degustare un pasto d’oltralpe come la “cassoulet” - stufato di carne e fagioli - o la “tartiflette”, un mix di patate, cipolla e formaggio. Verso sera la musica di un suonatore di strada, le luci delle vetrine e le tazze fumanti di vin brulé sembrano portare con oltre un mese di anticipo l’aria del Natale.
Vanessa Maggi
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