Polizia locale di Trieste, ecco i 16 nuovi vigili: l’organico rafforzato a 240 agenti

Era il suo sogno fin da ragazzino: indossare l’uniforme che rassicura, camicia e cintura, difendere dalle ingiustizie e mettersi a servizio della sua città. La vita poi l’ha portato altrove, per guadagnarsi da vivere ha lavorato come autista e commesso, rappresentante, magazziniere e operaio, è stato anche impiegato in una ditta termoidraulica. Fino al bando del concorso, lo scorso maggio: la spinta decisiva per darsi finalmente una possibilità. Riccardo Musuruana Cendach, triestino «patoco», 34 anni compiuti due settimane fa, è uno dei 16 nuovi agenti entrati a far parte della Polizia locale. A inizio anno verranno assunti gli ultimi tre vigili, portando così l’organico a regime a 240 unità.

Età media 30 anni, otto di loro sono triestini, 13 arrivano dalla regione. Alcuni provengono da altri Comandi (uno da Muggia, uno da Udine, uno da Gorizia e tre da Monfalcone) e conoscono già la professione; per tutti gli altri è un’avventura tutta nuova. Tutti hanno superato positivamente la prova scritta, l’orale e l’efficienza fisica. «Ho studiato lavorando, facendo le capriole con i turni, ma in realtà la parte che mi preoccupava di più era quella fisica: erano anni che non riuscivo a dedicarmi allo sport», ammette col sorriso Musuruana Cendach. «Finalmente – racconta – dopo tanti sacrifici, ho avuto la possibilità di concentrarmi su un progetto tutto mio, e realizzare un sogno».

Dal primo dicembre i nuovi agenti della Polizia locale stanno svolgendo lezioni teoriche e pratiche nella Caserma di San Sebastiano, dove si sono presentati al fianco dell’assessore alla Sicurezza Caterina de Gavardo, il comandante Walter Milocchi, il vicecomandante Paolo Jerman, il commissario Donatella Colarossi e il presidente della VI Commissione nonché ex collega Salvatore Porro. Ai nuovi operatori de Gavardo ha rivolto due raccomandazioni: «Ascoltare e farsi consigliare dal personale più esperto, e mantenere sempre un atteggiamento di disponibilità verso la cittadinanza».

Alle prime lezioni introduttive seguirà un percorso formativo nella Scuola regionale di Paluzza, utile anche a imparare a maneggiare l’arma in dotazione al Corpo. Da subito, però, i nuovi agenti sono già operativi tutti gli effetti, impegnati a controllare il traffico su strada, tanto più in questo frenetico periodo festivo. I cittadini potranno riconoscerli dal cappellino e dalle pettorine gialle fiammanti, che i neoassunti sostituiranno con la divisa vera e propria man mano che completeranno la formazione.

Tra di loro “solo” due donne, ma la nuova agente Martina Meula non insiste sulla questione di genere, anzi: «È un lavoro che, oggi, può essere svolto tanto dagli uomini quanto dalle donne, ognuno con la propria attitudine e le proprie capacità». Anche lei triestina e giovanissima, 28 anni, Meula arriva da un percorso completamente diverso: nel suo curriculm c’è un diploma in grafica e comunicazione all’Accademia delle Belle arti, oltre all’esperienza come maestra di pattinaggio a rotelle e un anno di servizio civile in un asilo nido. Nel cuore però la passione per il mestiere del vigile, tramandatale in famiglia: «Volevo lanciarmi in una sfida, e mettermi a servizio della mia città».

«La vera sfida, ora? Essere sempre all’altezza di questo ruolo, mi impegnerò per dimostrarlo», dice con sincerità Angelo Ermanno Bazan, udinese di 32 anni. Anche per lui sarà la prima volta con indosso la divisa: di formazione geometra, per anni ha lavorato nell’ambito della pesca e, trasferitosi a Trieste, nella ristorazione, in sala o come aiuto cuoco. Poi l’occasione del concorso: «Mi hanno sempre insegnato a battermi per le ingiustizie e aiutare il prossimo», racconta il nuovo agente, da oggi in servizio per le strade della città.—