A Trieste M5S nel caos, “richiamati” Ussai e Menis
TRIESTE Un “non statuto” non è garanzia di un “non partito”. E, se ognuno vale uno, non vuol dire che non ci si si uno più “uno” degli altri. Alcuni attivisti del Gruppo Beppe Grillo Trieste lanciano un’anatema nei confronti dei portavoce istituzionali che a mezzo stampa o sui social network hanno criticato le modalità con cui è stata scelta “la prima tranche” di candidati, inclusa la capolista Paola Sabrina Sabia, per le amministrative del 2016 a Trieste. «Infangato l’impegno di decine di attivisti. Il programma c’è, assurdo ostruzionismo sulle candidature» è la sintesi di una durissima nota.
«Nonostante il nostro silenzio volontario finalizzato a non aumentare le polemiche a discapito dell’immagine del M5S, negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un acuirsi di attacchi personali e politici da parte di alcuni stessi nostri portavoce locali». Il primo richiamo è per il consigliere regionale Andrea Ussai da cui ci si aspettano pure le scuse ufficiali: «Riteniamo vergognose le dichiarazioni del portavoce regionale Ussai in cui imputa agli attivisti del meetup Beppe Grillo Trieste, di aver selezionato i candidati in maniera antidemocratica e accusa chi coordina il gruppo da poco tempo (Paola Sabia) di aver imposto, attraverso un metodo antidemocratico e fortemente divisivo, la scelta dell’aspirante candidato sindaco. Non ci risulta che Ussai abbia ricevuto delega dallo staff del Movimento di svolgere il ruolo di giudice o garante dei metodi adottati per la stesura delle liste locali. Ussai si limiti a svolgere il ruolo di portavoce evitando di intromettersi nelle dinamiche dei gruppi locali».
Sistemato Ussai il secondo “richiamo” (scritto proprio così) è per il portavoce comunale Paolo Menis: «Dichiarare che il Movimento 5 Stelle a Trieste non ha un programma è un autogol clamoroso. Come si può affermare pubblicamente di non avere un programma quando gli stessi Menis e Patuanelli lo stanno portando avanti da quasi cinque anni in Comune?».
E ora arriviamo alle candidature che hanno diviso il Gruppo Beppe Grillo Trieste. «Ci teniamo a precisare che l’iter per l’inizio della creazione della lista è stato aperto a chiunque avesse i requisiti. Si è proceduto creando, più di un mese fa, una casella mail. A questa casella mail, oltre ad una trentina di attivisti, hanno indicato la propria candidatura gli stessi Menis e Patuanelli, mentre l’unica che ha dato la disponibilità a ricoprire il ruolo di candidato sindaco è stata fino a oggi Paola Sabia. Il 24 agosto, a una prima riunione organizzativa, si è fatto un primo check delle segnalazioni giunte alla casella mail decidendo di inoltrare la lista per la certificazione alla riunione successiva.
In data 4 settembre nessuna novità se non la candidatura a sindaco di Sergio Degli Innocenti in ogni caso impresentabile secondo i canoni del Movimento» scrivono gli attivisti ricordando «i suoi attacchi personali e infantili alla persona di Paola Sabia colpevole di aver sposato un altro attivista (Marco Zullo, ndr)che dopo dieci anni di attività sul territorio è stato eletto come europarlamentare del M5S. Discriminare una donna in politica per essere moglie è ciò che di più lontano possa esistere nel Movimento».
E ancora: «Sempre durante la riunione del 4 settembre si è palesata la tardiva proposta di Menis che chiedeva al gruppo di procrastinare la scelta del capolista. L’assemblea ha proceduto con una votazione: 29 hanno votato a favore di inoltrare la lista con Paola Sabia candidato capolista, 8 sono stati favorevoli alla proposta Menis di attendere e 9 gli astenuti. Si è allora provveduto a raccogliere la documentazione e inoltrare la richiesta di certificazione. Questo non è un percorso democratico?». Bella domanda. Da rivolgere magari sabato al deputato portavoce Alessandro Di Battista che, alle 11, sarà in piazza della Borsa.
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