Abs (Danieli): mille in cassa integrazione

Stop a rotazione per 3 mesi, turni notturni per risparmiare energia e lavoro nel weekend di Giulio Garau
UDINE
2008 da champagne, con il 2007 «i migliori due anni della storia della Danieli», un’inizio 2009 da dimenticare prima possibile. La crisi investe anche le acciaierie Bertoli Safau (Abs), il cuore pulsante friulano del colosso internazionale di Buttrio guidato da Giampietro Benedetti, presiedute da Carla de Colle, e costringe alla cassintegrazione oltre 1000 persone.


La crisi mondiale e la recessione hanno rallentato lo sviluppo mondiale a cui è legata proporzionalmente anche la cosiddetta «intensità di acciaio», è crollata la domanda e le aziende sono costrette allo stop. Da mesi è accaduto a giganti e colossi (l’ultima in Italia la Lucchini del gruppo Severstal che ha già bloccato Piombino) ed ora, tra le ultime a crollare, l’Abs. «Uno stop annunciato da tempo» fa sapere una portavoce dell’azienda. Prima delle feste l’incontro, riservato, tra le Rsu aziendali e la direzione, ieri l’ufficializzazione della cassintegrazione che partirà il 12 gennaio e durerà 13 settimane (tre mesi) e riguarderà tutti i 1000 dipendenti.


Non è uno stato di crisi, si tratta di cassintegrazione ordinara (Cigo) e non appena gli ordini riprenderanno la Bertoli Safau riprenderà a pieno ritmo richiamando tutto il personale.


Ma per la prima volta, in una crisi congiunturale, sarà utilizzato un sistema particolare di distribuzione della cassintergazione. I mille dipendenti infatti, conferma la stessa azienda, non staranno sempre a casa, ma lavoreranno nei turni notturni per risparmiare energia, e nei fine settimana. Una parte della paga sarà garantita dall’azienda, un’altra dall’assegno della cassintegrazione. Una sorta di «settimana corta» tedesca in salsa italiana, orizzontale. «C’è stata una forte contrazione della domanda, era una situazione attesa da tempo – conferma la portavoce – abbiamo tenuto duro fino adesso. Per cercare di limitare i danni abbiamo deciso di chiedere la cassintegrazione riducendo il lavoro. Tutto il settore mondiale dell’acciaio sta vivendo questa crisi, da tempo altri gruppi internazionali hanno già fermato le produzioni. Noi abbiamo tenuto più possibile. I sindacati conoscono bene la situazione, l’accordo è stato firmato senza alcun problema».


Millecento e 17 i dipendenti, 500 clienti in tutto il mondo, il 45% della produzione destinato alle esportazioni. Nel 2008 il valore della produzione dell’Acciaierie Bertoli Safau (un’azienda salvata e rilanciata dalla Danieli nel 1989 nata dalla fusione delle officine Bertoli nate nel 1813 e della Safau del 1909) era di 997 milioni nel periodo 2007-2008 (803 milioni nel 2006-2007) mentre gli utili di 52,5 milioni (36,9 nel 2007). Un’azienda modello che realizza acciai speciali destinati all’automobile, ai veicoli industriali, all’industria meccanica, per i tubi senza saldature, le bombole ad alte pressioni, i cuscinetti, la petrolchinica, stoppata dalla crisi mondiale.


«Se si ferma una realtà come la Bertoli Safau che dal punto di vista impiantistico e tecnologico di processo e prodotto è al top tra le aziende del mondo vuol dire che la crisi c’è, è forte e morde. La situazione è gravissima in tutto il settore» commenta sconsolato il segretario della Cisl di Udine, Roberto Muradore. L’azienda ha assicurato che si cercherà di limitare i disagi ai lavoratori. «Abbiamo richiesto il massimo della cassintegrazione per avere tutti gli strumenti a disposizione, ma non sarà applicata totalmente – conclude la portavoce – ci sarà una rotazione tra tutti i lavoratori. Ma ci saranno anche turni notturni e si lavorerà nei fine settimana. Cercheremo di limitare i disagi, pronti a riprendere l’attività non appena ripartono gli ordini». I dettagli saranno discussi in un prossimo incontro tra Rsu e azienda tra alcuni giorni. Forza, impegno e dedizione tante volte pretese anche per questa azienda da Benedetti non sono bastate a fare le acrobazie richieste dal mercato e anche l’Abs, non più in equilibrio, ha dovuto fermarsi.

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