Abusi sulla figlia della compagna a un gradiscano 6 anni e 8 mesi

Sei anni e otto mesi di condanna, oltre a una provvisionale di 80 mila euro e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. È la condanna inflitta a un 37enne di Gradisca d’Isonzo per aver abusato per quattro anni della figlia minorenne della sua compagna. Violenza sessuale pluri-aggravata. Il giudice del tribunale di Venezia Andrea Battistuzzi ha quindi ritenuto credibile l’impianto accusatorio sostenuto dal pubblico ministero Alessia Tavarnesi che aveva chiesto 8 anni.
Il processo si è tenuto con rito abbreviato, che dà diritto alla sconto di un terzo della pena. Era stato con un pianto disperato tra le braccia della nonna che la ragazza aveva trovato il coraggio di parlare, dopo alcune prime confidenze fatte via chat ad alcune amiche. Il compagno della madre, che all’epoca era un poliziotto in servizio all’Ufficio Immigrazione della questura a Marghera (sospeso dal servizio) aveva abusato di lei per quattro anni, sin da quando lei ne aveva solo undici. Quell’uomo (omettiamo il nome per non rendere riconoscibile la giovane vittima) con il quale la madre sperava di costruire una famiglia, un futuro che è diventato un incubo.
A marzo dello scorso anno, il trentenne era finito in manette in seguito all’indagine e aveva trascorso alcune settimane in carcere prima di ottenere gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Una misura alla quale è tutt’ora sottoposto nella sua residenza di Gradisca d’Isonzo.
Oltre alla testimonianza della ragazza c’erano alcuni messaggi inviati sul telefonino di quest’ultima dall’ex poliziotto a confermare il fatto che tra i due c’erano stati dei rapporti sessuali. Messaggi che – secondo la difesa – il poliziotto aveva mandato alla figlia della madre per sbaglio, convinto di mandarli a un’amante cinese. Nella precedente udienza l’imputato che davanti al giudice per l’udienza preliminare aveva rilasciato brevi dichiarazioni spontanee. La tesi difensiva era che, poiché il poliziotto aveva avuto una relazione anche con un’altra donna – la cinese – che non era la madre, la ragazzina si volesse in qualche modo vendicare. L’adolescente era stata sentita in incidente probatorio con la modalità protetta, tenuto conto della sua giovanissima età e dell’estrema delicatezza del caso. In quell’occasione la ragazzina aveva confermato quanto aveva denunciato. Ovvero che quell’uomo, arrivato a casa come il nuovo compagno della madre, si era trasformato in un orco. Non solo toccamenti alle parti intime, ma anche rapporti orali e altro. Vari episodi proseguiti negli anni fino a quando la ragazzina, diventata nel frattempo quindicenne, non era più riuscita a serbare quel segreto. Trovando la forza di confidarsi con la nonna. La madre della ragazzina e la stessa minore si sono costituite parti civili con l’avvocato Andrea Franco. –
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