Accoltellamento di Dolegna Loris Laurencig è tornato a casa

DOLEGNA. Loris Laurencig è tornato a casa. Il 45enne consigliere comunale di Dolegna del Collio accoltellato due settimane fa a Mernico dal 60enne vicino di casa – e cugino di secondo grado – Giancarlo Ciotti si sta riprendendo pian piano dalle ferite subite.
Laurencig, dipendente di un’azienda specializzata nel campo dell’elettronica, è stato dimesso dall’ospedale di Udine in settimana dopo che, con il passare dei giorni, il suo decorso post-operatorio è andato via via migliorando. Laurencig sta cercando di tornare con fatica alla normale vita quotidiana: l’altro giorno ha fatto visita al sindaco e amico Diego Bernardis, scambiando qualche parola con lui riuscendo a camminare da solo e a colloquiare nonostante avesse ancora qualche difficoltà a parlare normalmente proprio a causa delle ferite inferte da Ciotti alla gola e all’addome nel pomeriggio di sabato 14 aprile.
Proprio la coltellata all’addome - per la profondità del colpo inferto - è quella maggiormente monitorata in queste settimane dai medici che hanno in cura Laurencig. Dal canto suo, il consigliere comunale di maggioranza sta rispondendo molto bene alla fase post-operatoria, tanto che è stato rimandato a casa per il periodo di convalescenza e recupero.
Intanto proseguono le indagini per capire cosa sia scattato nella mente dell’aggressore nell’apparentemente tranquillo pomeriggio di primavera durante il quale Ciotti non solo si è scagliato contro Laurencig, ma poco dopo ha picchiato con un bastone, a Gagliano di Cividale, anche il cognato Massimo Furlan procurandogli una ferita alla testa.
Ciotti è difeso da un avvocato d’ufficio ed è detenuto nel carcere di via Barzellini a Gorizia. È stato già sottoposto a perizia psichiatrica, della quale si attendono gli esiti. Davanti agli inquirenti, intanto, stanno sfilando in questi giorni diverse persone che conoscono sia Ciotti che Laurencig. A queste vengono chiesti dettagli che possano far maggior luce sul caso: tra questi anche lo stesso sindaco Bernardis che solo pochi giorni prima del terribile fatto di sangue era stato avvicinato, nel proprio ufficio in Comune, dallo stesso Ciotti che – in evidente stato di agitazione – pretendeva un aiuto per la sua difficile situazione. L’uomo, infatti, da qualche anno, dopo che i parenti avevano chiuso i rapporti con lui, viveva da quasi isolato nell’abitazione di località Breg. Proprio in quella casa situata in cima a una collina a due passi dal confine con la Slovenia si è rifugiato la sera di quel 14 aprile. Dopo ore di attesa e di negoziazione, attorno alle 21.30, i carabinieri con l’ausilio dei vigili del fuoco e del personale della Croce verde avevano fatto irruzione per arrestarlo.
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