Accoltellamento in Ponziana a Trieste: fermato l’uomo che ha aggredito il compagno della ex
In carcere il 49enne Thomas Sgorlon, originario di San Donà e residente da tempo nel capoluogo giuliano

I vestiti ancora sporchi di sangue, il nome e l’identikit fornito da una testimone, una donna che aveva assistito all’intero episodio. Nessun dubbio per gli investigatori della Squadra mobile: l’accoltellatore di Ponziana a Trieste è il quarantanovenne Thomas Sgorlon, originario di San Donà di Piave ma residente da tempo a Trieste e con vari precedenti alle spalle.
È lui, stando agli accertamenti, l’uomo che martedì attorno alle otto aveva aggredito un conoscente all’interno di un appartamento di via Orlandini 35 con una serie di fendenti ai glutei e a un piede, inferti mentre la vittima dormiva distesa a letto. L’indagato, che è ora chiamato a rispondere di lesioni aggravate (è difeso dall’avvocato Paolo Codiglia), era stato individuato la sera stessa dalla Polizia in via Udine e sottoposto a fermo. Il gip Flavia Mangiante ha convalidato il fermo e accolto la richiesta di misura cautelare in carcere avanzata dal pm titolare del fascicolo Ilaria Iozzi su autorizzazione dal procuratore Federico Frezza.
Il ferito si chiama invece Manuel Pozzecco, un quarantaduenne triestino salito più volte alla ribalta delle cronache.
L’intera indagine è stata innescata dalla chiamata di emergenza di una giovane donna che chiedeva soccorso per un uomo accoltellato nel suo appartamento di via Orlandini. Quando la Polizia è arrivata sul posto ha trovato Pozzecco con varie ferite. C’era sangue nella cucina, nel bagno e soprattutto nella stanza da letto, dove gli agenti avevano rinvenuto i due coltelli usati da Sgorlon.
La donna, ancora scioccata, ha riferito che la sera prima aveva ospitato a casa sia Sgorlon, con cui fino a poco tempo prima aveva avuto una relazione sentimentale, che Pozzecco. Ma che aveva rifiutato all’ex di restare a dormire, concedendo invece all’altro di rimanere.
Il giorno successivo, attorno alle otto, Sgorlon si è presentato nuovamente nell’abitazione chiedendo di prendere alcuni oggetti. E, notando la presenza di Pozzecco in camera, prima si è lamentato esprimendo il proprio disappunto e poi si è scagliato improvvisamente su di lui mentre dormiva, colpendolo più volte con due coltelli all’altezza del fondoschiena, alle mani e ai piedi, urlando – secondo la testimonianza della vittima – «tossici di m... ti ammazzo». Quindi gli aveva sferrato un calcio al volto ed era fuggito. Un’aggressione presumibilmente motivata dalla gelosia.
Gli investigatori, durante le ricerche dell’indagato, avevano interrogato un amico di Sgorlon: quest’ultimo sosteneva di aver incontrato l’aggressore, il quale gli aveva confidato di aver accoltellato a morte un uomo e di aver «estratto gli organi e di essersene disfatto».
L’aggressore era stato rintracciato dagli agenti in via Udine alcune ore dopo con gli abiti macchiati di sangue. I vestiti sono stati sequestrati.
Pozzecco nel frattempo è stato sottoposto a un’operazione chirurgica. Ha riportato ferite plurime da taglio al gluteo destro (di cui una profonda sei centimetri) un trauma cranico e varie contusioni con lesioni ai piedi e alle dita della mano. La vittima, quando è arrivata in Pronto soccorso, risultava aver perso mezzo litro di sangue. Lesioni ritenute guaribili in quarantacinque giorni.
Durante l’interrogatorio l’indagato si è giustificato sostenendo che con quelle coltellate intendeva «soltanto spaventare» Pozzecco.
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