Accoltellò l’amico, andrà a giudizio

Si chiama Giovanni Manente e ha 50 anni. È accusato dal pm Federico Frezza di aver tentato di uccidere un amico durante una lite innescata da banali motivi avvenuta il 13 novembre scorso davanti alla porta del Tiffany Caffè in via Ginnastica. L’amico Alessandro Santonocito, 44 anni, nell’occasione aveva riportato una serie di ferite gravi provocate dai fendenti vibrati con un coltello Virginia Rostfrei con la lama di 9 centimetri. Addome, collo, mani e spalla sinistra. Le coltellate avevano addirittura causato una profonda lesione al fegato e un’altra ai polmoni.
Le indagini sull’episodio si sono concluse nei giorni scorsi e il pm Frezza si accinge a chiedere il rinvio a giudizio dell’uomo accusato di tentato omicidio o in alternativa di lesioni gravi.
Al culmine della lite rivolto all’altro Manente aveva detto: «Anche se finisco in carcere, ti ammazzo». Poi quando gli animi si erano placati dopo l’arrivo della polizia e dei sanitari del «118» aveva abbracciato l’altro dicendo più volte: «Scusa». L’aggressione, secondo la polizia era stata ascivibile a banali offese rivolte alla madre di Manente avvenute dopo qualche bicchiere.
Due compagni di bevute, conosciuti per questo - e con quest’etichetta - delle forze dell’ordine. Il Tiffany Caffè, il cui ingresso è all’angolo tra via del Toro e via Ginnastica, quella sera era diventato all’improvviso teatro dello scontro. Erano entrate per bere qualcosa quattro persone. Si tratta di tre uomini e una donna. Tra loro Alessandro Santonocito. Dopo un pò, sulla soglia del locale, si è presentata una quinta persona: Giovanni Manente che appariva arrabbiato.
Si era fermato a parlare all’angolino esterno del bar, dedicato ai fumatori, con quelli che l’hanno preceduto. «Se non mi chiede scusa, finisce male», lo avevano sentito dire alcuni avventori.
Ce l'aveva evidentemente con Alessandro Santonocito per un qualcosa che era successo prima, per qualche parola grossa volata altrove (sembra in effetti che i due quella sera siano usciti inizialmente insieme).
Nel frattempo un uomo e una donna, tra le quattro arrivate prima, se ne erano andati. Con Santonocito e Manente era rimasto un terzo, al quale poi lo stesso Manente aveva consigliato di starsene fuori.
I due litiganti erano usciti dal locale. I segni di quanto è successo in quegli istanti - il sangue versato dal ferito - erano restati a lungo sull’asfalto, un incrocio più su, quello tra via Ginnastica e via Nordio. Sul posto erano giunte alcune volanti e l’ambulanza. La vittima sulle proprie gambe perdeva sangue. Poi l’ambulanza lo ha portato a Cattinara.(c.b.)
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