AcegasAps, a Sinergia spa l’ultimo segretario del Pci

“A volte ritornano”. La locandina sull’irriverente sito del “Il bollettino di Trieste” non lascia dubbi anche se mescola Stephen King con Psyco di Alfred Hitchcock. Non si tratta però di morti viventi, ma di sinergie storico-poliche che affondano, in questo caso, nel passato remoto. «Il nuovo che avanza: riesumato esponente del vecchio Pci per la nomina nel cda di Sinergie (AcegasAps)» titola il bene informato sito della destra triestina. Il nome è quello di Nico Costa, ultimo giovane segretario del Pci di Trieste. Il gossip, datato 3 aprile, è fondato. «Sinergie ha già fatto il comunicato?» domanda Costa. No. AcegasAps, che controlla Sinergie spa al 100%, non parla. Come al solito. «No comment» dice l’ufficio stampa traducendo la posizione che arriva dai “piani alti”. “No comment” su tutta la linea. «C’è la mia indicazione, ma non ho ancora sciolto le riserve. Lo farò dopo Pasqua. Ci sono alcune incompatibilità da chiarire» conferma il diretto interessato che attualmente è impiegato come direttore al Consorzio cooperative di costruzioni di Bologna. Ma qual è l’ipotesi? Cda o presidenza? «Tutto» taglia corto Costa. La presidenza di Sinergie spa (società impegnata nella gestione di multiservizi come alberghi, scuole, ospedale e pubblica illuminazione) è vacante dal 2 aprile. Fino lunedì scorso al vertice ha “resistito” Manlio Romanelli, l’ex amministratore esecutivo di AcegasAps costretto a lasciare la società il 26 ottobre 2011 a seguito di un’inchiesta giudiziaria. «Da questo lunedì non sono più presidente» conferma al telefono Romanelli. «Ho finito il mio mandato. Credo che le cose si siano un po’ complicate». Una matassa che potrebbe essere sbrogliata dall’ex comunista Costa. «Riesumazione dalle profondità della Prima Repubblica. Un personaggio che è stato storico esponente locale del Partito comunista negli anni 80’, quando c’era ancora il muro di Berlino e a Rabuiese presidiavano il confine i graniciari, con fuzil e stella rossa sulla bustina» è il ritratto del Bollettino. Esagerazioni. L’unica cosa vera è che Nico Costa, classe 1956, arriva da lontano. Un passato nella Fgci condivo con il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, Ugo Poli e Gianni Cuperlo, ora deputato del Pd. Fino al 1983 ha lavorato a Roma nella segreteria nazionale della Fgci al fianco di Massimo D’Alema. L’iscrizione al partito risale al 1974. Nel 1988 è diventato segretario provinciale del Pci condividendo la svolta impressa da Achille Occhetto nel 1989 che a Trieste ha spaccato in due il partito. Ammainata la falce e martello si è “convertito” all’economia di mercato. Prima come direttore della Finezit, finanziaria dell’Ente zona industriale, poi come presidente del Bic quando incubava 80 aziende all’anno prima di essere inglobato da Friulia. Un’incursione anche nel mondo della televisione con l’avventura di Luxa Tv al fianco dell’amico Angelo Baiguera. Finita male. E, infine, il mondo della cooperazione emiliana con il colosso bolognese del Consorzio cooperativo costruzioni. Ccc, in sigla. Con l’aggiunta finale di una “p” darebbe le vertigini a qualsiasi ex comunista. Cccp. Anche se. a dire il vero, Costa non è mai stato troppo fedele alla linea.
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