Addio a Barbara Fornasir, l’architetto dell’arte

È scomparsa ieri, dopo una lunga malattia, Barbara Fornasir, architetto molto noto in città. Alta, bella, molto sportiva e tenace, aveva affascinato anche un grande esteta come Vittorio Sgarbi, con il quale aveva mantenuto nel corso del tempo un rapporto di amicizia, che in certi casi era divenuto anche un sodalizio culturale e di lavoro. Come l’allestimento della mostra della collezione privata di opere d’arte del celebre critico, quelle “Stanze segrete” andate in scena al Salone degli Incanti nel 2017. Nello stesso anno aveva poi progettato una grande scatola-sedia-libro di legno, che si apriva e si chiudeva, creando così una piccola area dedicata alla lettura, presentata alla Made Expo 2017 Milano e realizzata grazie anche alle migliorie suggerite da Sgarbi.
Un simbolismo contemporaneo il suo, degno di nota e apprezzamento, in cui lo spunto di un dettaglio, come un ingrandimento fotografico per l’allestimento della Gelateria Zampolli o l’antica camera oscura e la presenza di una rotativa che sforna a velocità altissima decine di migliaia di pagine di giornale in tempi brevissimi per la mostra realizzata nel 2006 a Palazzo Costanzi con le immagini scattate dai reporter del Piccolo, Marino Sterle, Claudio Tommasini, Andrea La sorte e Francesco Bruni, testimoniavano un’originale capacità di dilatare il concetto di allestimento verso una più ampia e godibile dimensione scenografica. La rassegna s’intitolava “Trieste che si muove - i fotoreporter de Il Piccolo in mostra”.
Goriziana, classe 1951, Barbara era l’erede di una famiglia di progettisti che per tutto il corso del ‘900 e ancora oggi erano stati attivi tra Cervignano, Monfalcone, Gorizia e Trieste, con radici che affondavano a Saciletto nel Settecento. I suoi avi si erano infatti occupati di opere pubbliche e di edilizia privata anche per la famiglia Cosulich, con cui erano imparentati alla lontana. Tra le sue “imprese”, la partecipazione al progetto per il Porto vecchio nei primi anni 2000 e la co-curatela al Magazzino 26 nel 2011 della Biennale diffusa ideata da Vittorio Sgarbi. E nella stessa fascinosa sede la partecipazione nel 2017 e anche quest’anno alla Biennale Internazionale Donna, tutt’ora in corso.
Per un certo periodo si era specializzata nell’allestimento di caffè e bar come per esempio l’Urbanis e il Caffè Piazza Grande, utilizzando spesso una cifra stilistica che intrecciava alla modernità la memoria scenica del passato. Si occupava infatti non solo di ristrutturazione ma anche di interior design e di eventi culturali. E tra i suoi progetti più recenti, non va dimenticato il progetto realizzato su indicazione della Lega Nazionale per il lapidario del Parco della Rimembranza a Gorizia. —
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