Addio a Claudio Giorgi una vita per sport e turismo

Proprietario dell’Hotel San Giusto, ex presidente del Tennis club triestino e di PromoTrieste, è morto sabato sera a 61 anni. Si era sentito male venerdì
Lasorte Trieste 09 07 05 - Claudio Giorgi
Lasorte Trieste 09 07 05 - Claudio Giorgi

Giovedì sera, quando si era visto consegnare la nuova giacca del Tct, il Tennis club triestino, col marchio sociale fresco di fabbrica, gli si erano illuminati gli occhi. Succedeva puntualmente, ricorda chi l’aveva conosciuto da vicino, ogni volta che s’imbatteva nella prima delle sue passioni: il tennis, e col tennis il “suo” club. Una notte appena, e venerdì mattina Claudio Giorgi s’è sentito male. Un’emorragia cerebrale non ha più concesso a un uomo forte come lui - che aveva dato prova di essere capace di reagire dopo altri gravi problemi di salute che l’avevano colpito poco più di due anni e mezzo fa, costringendolo su una sedia a rotelle, lucido di testa - di restare aggrappato alla vita. Si è spento, a 62 anni da compiere, sabato sera, all’ospedale di Cattinara, dove era stato appunto ricoverato dopo il malore.

Trieste, insomma, perde in primo luogo un uomo di sport (è stato numero uno del tennis regionale nonché membro del Consiglio nazionale Fit, oltre che storico presidente del Tct) ma che in città s’era fatto conoscere, davanti a chi non campa di pane e sport, anche e soprattutto come imprenditore e manager turistico. Il nome e il cognome di Claudio Giorgi, infatti, sono stati legati a più d’una attività pubblica: proprietario dell’Hotel San Giusto di via dell’Istria (cui nel tempo si è affiancato il residence di via Montecchi), capo degli albergatori locali in Confcommercio e vice della Federalbergatori di casa, eppoi presidente di lungo corso di PromoTrieste nel primo decennio degli anni Duemila, quando col direttore Franco Milosic (scomparso nel 2007 a 56 anni) e con l’altrettanto storico segretario generale Paolo de Gavardo diede un senso alla mission del Consorzio. «Abbiamo lavorato insieme per almeno sei, sette anni», lo piange lo stesso de Gavardo. «Claudio Giorgi - ha aggiunto del Gavardo ieri al telefono - era una persona seria, corretta, impegnata negli ambiti in cui assumeva un preciso incarico. Ha saputo dare un grosso impulso allo sviluppo della promozione turistica, riuscendo a unire in un intento comune gli enti pubblici e privati del Consorzio, obiettivo mai facile. Di lui conservo un ottimo ricordo, personale e professionale». Le cronache di quei tempi lo volevano tecnico d’area, di centrodestra, «ma non aveva mai avuto tessere di partito, e anzi ci teneva a non essere etichettato, perché lui aveva sempre voluto rappresentare la sua categoria professionale nella sua completezza, a prescindere dalla politica», ancora de Gavardo.

«Claudio al mondo del turismo ha dato tanto, con lui è un po’ come se venisse a mancare una buona parte della mia vita lavorativa, d’ora in avanti per me continuare a lavorare senza di lui sarà strano, e più difficile», la commozione di Guerrino Lanci, collega albergatore e successore di Giorgi alla presidenza di PromoTrieste cinque anni fa prima di essere sostituito, a fine 2013, da Gabriella Kropf. E la commozione ha preso, da sabato sera, soprattutto Antonio Fogazzaro, presidente in carica del Tennis club triestino e amico di vecchissima data dello stesso Giorgi. Proprio Fogazzaro, all’epoca vice di Giorgi, aveva raccolto l’eredità gestionale del Tct dopo che, nel maggio 2012, lo storico presidente del circolo era stato colto da ictus e da un’emorragia che gli aveva causato una lesione spinale. Una botta terribile per chi, come lui, «fino alla sera prima di star male - ripensa Fogazzaro - aveva giocato a tennis e si era tenuto sempre in ottima forma fisica, al punto da riuscire a volte a mettere sotto, in campo, più di qualche ragazzino». «Lo avevo voluto nel Direttivo che presiedevo dopo che si era ripreso - così Fogazzaro - perché era un uomo insostituibile per il tennis e per il club. Martedì scorso ero stato da lui, in compagnia di sua moglie avevamo discusso delle attività presenti e future. Sono merito suo i prestigiosi tornei che oggi organizziamo. Lo scorso giugno aveva festeggiato con noi la promozione in A2. Più che un socio, per me, se ne va un grandissimo amico, al quale ero molto legato ed avevo continuato a stare sempre vicino dopo il maggio del 2012. Era buono, di grande spessore. Il tennis, il circolo e tutti noi perdiamo tanto, e non è retorica».

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