Addio a Psacaropulo, signora dei ritratti

Signora nell’arte e nella vita, incredibilmente attiva fino a poco prima della scomparsa, l’ultimo ritratto, eseguito a carboncino, Alice Psacaropulo lo ha dedicato alla governante che l’accudiva nella sua bella e antica casa di famiglia di via Commerciale. Ma qualche giorno fa il suo cuore ha iniziato cedere e così, a 97 anni, si è addormentata per sempre. Quasi 98 in realtà, perché era nata il 14 gennaio 1921 a Trieste da Janni, agente marittimo greco delle isole Cicladi, e da Margherita Cambiagio, lombardo-sicula, stretta parente del barone Rosario Currò, lo zio Saro, grande imprenditore e benefattore di Trieste, che aveva finanziato la casa degli sposi e il rifacimento del Politeama Rossetti e dell’Itis.
Alice e il fratello Alessandro avevano ambedue l’arte nel sangue: lui era divenuto architetto e ottimo scultore, lei invece aveva scelto la pittura e, dopo gli studi al Dante, dove aveva seguito le lezioni di Giani Stuparich (ritratto nel 1943 in un quadro donato poi al Museo Revoltella), tra il ‘39 e il ‘43 si era trasferita a Torino per seguire all’Accademia Albertina le lezioni di Felice Casorati, conoscendo anche personaggi come Paola Levi-Montalcini, sorella di Rita, lo scrittore e filosofo Albino Galvano e il musicista Alfredo Casella.
Nel ’44 si laurea in Lettere e Filosofia, proprio il primo giorno di attività del novello ateneo triestino, entrando poi in contatto con il vicino ambiente veneziano del Fronte nuovo delle arti, con il critico Giuseppe Marchiori e i pittori Santomaso, Carrà e de Pisis. Nel ’48 espone poi alla Biennale di Venezia e alla V Quadriennale di Roma. Durante gli anni Cinquanta tiene corsi di Pittura all'Università Popolare di Trieste, formando, in una città e in una regione priva di Accademie di Belle arti, numerosi artisti triestini di livello tra cui Annamaria Ducaton, Enzo Mari, Bruno Ponte, Franca Batich, Maura Israel, Nadja Moncheri. Dal ‘60 al ‘71 si trasferisce a Venezia a insegnare Storia dell'Arte, ricevendo nel frattempo incarichi di decorazione navale sul Conte Biancamano e sulla Raffaello ed entrando così da protagonista nell’ambito della gloriosa cantieristica locale.
Dopo la parentesi veneziana, insegna all'Istituto d'Arte di Udine e poi di nuovo a Trieste, al Petrarca. Artista poliedrica e talentuosa, dotata di un temperamento volitivo, sempre temperato da una visione razionale della realtà, espone a Napoli, Parigi, Madrid, Vienna, Barcellona, Milano, Lubiana, Stoccolma e per la sua attività artistica e didattica e per aver portato il nome di Trieste nel mondo, nel 2008 riceve il Sigillo Trecentesco della città di Trieste per la «globalità del suo impegno culturale che la fa essere un personaggio irripetibile che onora la nostra città». E, in questo senso certamente avranno contato anche i ritratti dei vescovi Santin e Bellomi. Nel 2011 espone alla Biennale di Venezia, l’anno successivo è intervistata assieme a Magris, Dorfles, Pahor, nel film di Elisabetta Sgarbi, Il viaggio della signorina Vila, ispirato ai libri “Il mio Carso” di Scipio Slataper e “Irredentismo adriatico” di Angelo Vivante e presentato al Roma Film Festival.
Le esequie avranno luogo giovedì prossimo, 22 novembre, alle 11 nella chiesa del Cimitero di S. Anna e, in virtù del grande amore di Alice per la musica, presente in molti suoi importanti cicli pittorici, la cerimonia sarà sottolineata dall’intervento del soprano Marianna Prizzon e dell’organista Manuel Tomadin. La funzione sarà officiata da don Lorenzo Magarelli per la parte cattolica con la benedizione di padre Gregorio della Comunità Greco-Orientale di Trieste. —
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