Addio a Rossi, storico dirigente della Regione

L’ex segretario generale, da poco in pensione, si è spento a 64 anni. L’omaggio di Fedriga: «La sua morte ci addolora»
Il Palazzo sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia in piazza Unità d'Italia a Trieste
Il Palazzo sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia in piazza Unità d'Italia a Trieste

TRIESTE. «Una delle colonne della nostra amministrazione, un riferimento umano e professionale per la presidenza e tutti gli uffici». L’omaggio commosso a Gianfranco Rossi, storico dirigente triestino della Regione scomparso a 64 anni, è di Massimiliano Fedriga. Il primo a ricordare l’ex segretario generale: «La notizia della sua morte addolora in maniera profonda, al termine di quest'anno così difficile per tutti e a dodici mesi esatti da quando era andato in quiescenza».

Rossi era entrato in Regione all’inizio degli anni Ottanta. Dai piani bassi fino al ruolo apicale, sempre negli uffici della presidenza. Inizialmente come segretario consigliere, quindi, vinto il concorso, come dirigente. «Era stimato da tutti, e non è un luogo comune», sottolinea Giovanni Bellarosa, a sua volta ex segretario generale di Palazzo. Direttore dal 2009 del Servizio affari istituzionali e generali del segretariato generale, Rossi assume, all’inizio della legislatura Fedriga, la carica più importante della burocrazia regionale e viene confermato a metà 2019 fino alla quiescenza (al suo posto c’è ora Daniela Iuri).

Nell’occasione del rinnovo di contratto, citando anche il direttore generale Franco Milan, l’assessore alla Funzione pubblica Sebastiano Callari parla di «grande professionalità, dedizione e competenza in incarichi di alto livello nell'amministrazione». E ancora di «punti di riferimento importanti, sotto il profilo amministrativo, sia per l'intero esecutivo sia per gli altri dirigenti, i funzionari e tutti i dipendenti».

Uomo schivo e riservato, colpito di recente dall’improvvisa morte della moglie, Rossi viene ricordato con affetto ancora da Bellarosa: «Gianfranco è stato, insieme a un ristretto gruppo di giovani e appassionati dirigenti, un mio collaboratore diretto. Funzionario serio, preparato e grande conoscitore dell’amministrazione, ha conosciuto e registrato con puntualità e discrezione i lavori delle numerose giunte con le quali si è trovata a lavorare. La sua è stata un'attività delicata e da tutti apprezzata. Evitava accuratamente di apparire, eppure proprio quelle doti ne hanno fatto un grande servitore pubblico portandolo, meritatamente, a percorrere tutti i gradini della carriera, sino ai massimi vertici».

Un pensiero rivolto a Rossi anche dall’ex presidente della Regione Debora Serracchiani: «Un dirigente di cui avevo grande stima. Riservato, a volte poteva apparire burbero, ma era sempre preparato, serio e concreto. Aveva un rispetto totale per la Regione come istituzione».

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