Addio a Soranzio, ultima staffetta partigiana di Ronchi

La morte sabato all’età di 98 anni. Dopo la guerra divenne sindacalista dell’ex Cotonificio occupandosi anche di volontariato

Luca Perrino
Elda Soranzio mostra la copertina del libro dedicato alla sua storia
Elda Soranzio mostra la copertina del libro dedicato alla sua storia

Con la sua scomparsa, avvenuta nella tarda serata di sabato, si chiude per sempre una delle pagine più importanti della storia del Novecento di Ronchi dei Legionari. Quella legata alla Resistenza. All’età di quasi 99 anni, infatti, si è spenta Elda Soranzio, l’ultima staffetta partigiana della città.

Di quel periodo ora a Ronchi dei Legionari rimane un unico partigiano combattente ancora in vita: Longino Sardon, classe 1926. Un solo sopravvissuto, invece, dall’orrore della deportazione: Mario Candotto, scampato dalla morte nell’inferno di Dachau.

Staffetta partigiana, sindacalista, attiva nel volontariato, ma non solo. Elda Soranzio ha vissuto una vita intensa, sempre in prima linea, senza mai sottrarsi, un esempio per le nuove generazioni. «Mi sono impegnata dal primo giorno all’ultimo – raccontava del periodo della lotta partigiana –. Mi sono trovata davanti ragazzi come me che mi chiedevano aiuto e mio padre era già con i partigiani, con la Montes». La sua vita, nel 2023, era stata raccontata nel libro “Il mio nome è Lina”, di Rosella Soranzo, curato da Alberto Mauchigna e Anna Di Gianantonio. Elda Soranzio era nata a Ronchi dei Legionari il 23 settembre del 1926. È stata effettiva dell’intendenza Montes, con la mansione di corriere e il nome di battaglia di “Lina”. Aveva, allora, altri due fratelli che, come tanti concittadini, erano andati a combattere in montagna.

Nella pubblicazione “Le mule del mureto de la fabrica de Verméan”, edito con il patrocinio del Comune di Ronchi dei Legionari e la collaborazione dell’Anpi cittadina, Elda aveva raccontato, alcuni anni fa, del lavoro delle giovani in fabbrica e aveva citato l’episodio degli schiaffi che la giovane tessile Brigida Miniussi ricevette dal capo di origine boema assunto dai Brunner. Un uomo autoritario e aggressivo che picchiò la giovane perché aveva osato contestarne i metodi. Immediato fu lo sciopero delle lavoratrici, costrette, poi, a riprendere il loro posto di lavoro. Un libro che aveva raccontato l’esperienza di tanti anni di lavoro in una delle realtà più famose nel passato industriale di Ronchi dei Legionari: il Cotonificio Triestino.

Ai tanti ragazzi incontrati negli anni Elda ha fornito spunti di riflessione anche, se non soprattutto, attraverso il racconto dell’esperienza nell’Intendenza Montes, come staffetta. La sua narrazione dei pericoli corsi, degli stratagemmi per sfuggire ai militi fascisti, i giri in bicicletta, l’incontro con la moglie di Silvio Montes, all’indomani della morte del partigiano, è rimasta impressa nella memoria di molti.

Elda si era raccontata anche nell’intervista raccolta e inserita da Bruno Da Col nel suo volume del 1994. «È una scomparsa che mi riempie di grande commozione – sono le parole del sindaco, Mauro Benvenuto – perché non posso non pensare a quanto hanno dato le donne e gli uomini della mia città negli anni della Resistenza. Elda è stata una donna forte, un grande esempio per noi tutti e per quei giovani ai quali vanno tramandati grandi valori che sono alla base della Costituzione. Nell’aprile 1993, voglio ricordarlo, è stata assegnata alla città la medaglia d’argento al valore militare. Nel corso di venti mesi di lotta partigiana, malgrado persecuzioni, deportazioni nei campi di sterminio, distruzioni e torture, i ronchesi furono tra i protagonisti della rinascita della Patria, lasciando alle future generazioni – conclude il sindaco – un patrimonio di elette virtù civili, di coraggio e di fedeltà agli ideali della giustizia».

La data dei funerali non è stata ancora fissata.

Sono 11 le donne ronchesi elencate come cadute nella Lotta di Liberazione: Eufemia Blason Brumat, Leda Bevilacqua, Elsa Furlan, Angela Giulic, Anna Maria Maniassi Ghermi, Villanorma Micheluz, Edilia Moimas, Eva Gallo, Ida Serafin, Maria Turolo Candotto ed Ernesta Zuppel Bon. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo