Addio al musicologo e latinista Franco Serpa: docente all’Università di Trieste, dieci anni fa aveva ricevuto il Sigillo Trecentesco

Franco Serpa nel 2012 quando ricevette il sigillo trecentesco
Franco Serpa nel 2012 quando ricevette il sigillo trecentesco

TRIESTE È morto a Roma Franco Serpa, fine musicologo, filologo, latinista, accademico dell’Accademia Filarmonica Romana dal 1995 e dell’Accademia di Santa Cecilia dal 2006, che aveva compiuto 91 anni da poco, essendo nato il 26 agosto 1931 e malato da tempo. I funerali si svolgeranno lunedì alle ore 10 al tempietto Egizio del Verano.

Dopo essersi laureato a Roma in Filologia classica e Storia della musica, ha collaborato con Fedele d’Amico alla redazione della Sezione Musica dell’Enciclopedia dello Spettacolo. Dopo essere stato docente di Latino e Greco nei Licei (Todi, Roma e al Petrarca di Trieste) avendo tra i suoi alunni la poetessa Patrizia Cavalli, e aver lavorato (1966-68) all’Istituto Italiano di Cultura di New York per l’assegnazione delle borse di studio italiane a studenti americani, dal 1975 ha insegnato per trent’anni Letteratura latina all’Università di Trieste, e nella stessa Università ha ottenuto quattro incarichi per Storia della musica, e in quella città vive l’eredità e l’influenza di Winckelmann e Saba.

Nel 2012 aveva ricevuto in Municipio a Trieste il Sigillo Trecentesco dalle mani dell’allora sindaco Roberto Cosolini.

Ha raccontato molti episodi della sua vita a Radio 3, dalla sua passione da giovane per la musica di Strauss e l’incontro nel ’59, a Roma, con Igor Stravinsky che, tremando dall’emozione, accompagna in macchina all’hotel Hassler. L’incontro in un teatro con la pittrice e scenografa Titina Maselli conosciuta in passato, condividendo la passione per musica, arte e spettacolo e frequentando Ingeborg Bachmann, scrittrice, tarda esponente significativa della letteratura mitteleuropea. Suoi saggi e notazioni sono raccolti in «Miti e note: musica con antichi racconti» del 2009.

Commenta la senatrice Tatjana Rojc: «Con Franco Serpa scompare una figura straordinaria della nostra cultura, un vero intellettuale poliedrico e raffinato, al tempo stesso un grande maestro e pedagogo nel senso profondo del termine. La potente struttura del suo classicismo unita a una solidissima passione per i grandi e a un sapere eclettico lo ha reso forse uno degli ultimi uomini di cultura che avevano valori profondi e certezze universali da trasmettere». —

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