Affondare vecchie navi per rilanciare il turismo

FIUME. Lo chiamano scuttling e cioè l’inabissamento volontario di vecchie carrette, i cui relitti sono successivamente meta di appassionati del turismo subacqueo. Stiamo parlando di una pratica che nel Quarnero – ma anche in Dalmazia e Istria – è davvero poco conosciuta ma che nei prossimi anni potrebbe diventare molto popolare, seguendo gli esempi di Stati Uniti, Australia e Nuova zelanda, ai vertici nel mondo, mentre nelle acque mediterranee sono Turchia e Malta i leader del settore. La settimana scorsa i responsabili dell’Istituto quarnerino per la pianificazione territoriale hanno presentato uno studio sulle possibilità offerte dallo scuttling, rilevando che l’affondamento di vecchie navi opportunamente bonificate potrebbe persino prolungare la stagione di villeggiatura, nel Quarnero ancor sempre legata al periodo giugno–settembre.
Il direttore dell’istituto, Mladen ‹rnjar, ha fatto presente che lo scuttling è in piena ascesa nel mondo anche perché garantisce ricavi sicuri e consistenti. «In Croazia si è ancora nella fase iniziale – ha detto ‹rnjar – nonostante che le risorse naturali e quelle umane siano veramente notevoli per questa attività. È per tale motivo che abbiamo voluto metterci in moto, presentando un documento che possa fare da piattaforma allo scuttling. Crediamo che potrà darci grosse soddisfazioni». Alla presentazione ha assistito anche il presidente dell’Assoturistica di Fiume, Petar Škarpa, il quale ha parlato di 10 siti nel Quarnero dove si potrebbe far colare le navi a picco, aree che dovranno soddisfare precise condizioni ecologiche, turistiche e dei trasporti. «Spetterà all’Istituto per la pianificazione territoriale determinare le dieci zone, progetto che andrà portato avanti assieme ai club diving e alla competente associazione presente nell’Assoturistica regionale. L’interesse esiste già, andrà incanalato nel miglior modo possibile e forse un giorno, tra non molto, lo scuttling sarà di moda anche nella regione fiumana».
Il dirigente ha ricordato come in Croazia non esista una presa di posizione sullo scuttling, né si sa quali sarebbero i siti migliori. Il fotografo Danijel Frka, esperto di foto di navi affondate per ben altre cause, ha parlato di progetto innovativo. «L’inabissamento controllato deve riguardare aree tra i 30 e i 40 metri di profondità, dove i sub dilettanti possano divertirsi senza particolari sforzi. Sono zone non troppo lontane dalla costa, con fondali diciamo noiosi, ricoperti di sabbia o melma. Purtroppo non so a cosa andrà incontro questa novità, essendo la Croazia tradizionalmente refrattaria a idee nuove». Da aggiungere che il turismo subacqueo attira ogni anno nelle acque istro–quarnerino–dalmate decine di migliaia di appassionati.
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