Aggredì e derubò don Rino In cella dopo i domiciliari

STARANZANO. La prudenza lo avrebbe dovuto spingere a non dare nell’occhio. E, soprattutto, ad assumere un comportamento il più possibile pacato, lineare, entro le quattro pareti domestiche. Così non...

STARANZANO. La prudenza lo avrebbe dovuto spingere a non dare nell’occhio. E, soprattutto, ad assumere un comportamento il più possibile pacato, lineare, entro le quattro pareti domestiche. Così non è stato e, dagli arresti domiciliari, è direttamente passato al carcere.

L’altra sera i carabinieri della stazione di via Giacomo Brasizza hanno proceduto a far scattare ai polsi di M.F., 42enne residente a Staranzano, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e la persona, le manette in esecuzione del provvedimento di applicazione della custodia cautelare emesso lo stesso venerdì dal Tribunale di Gorizia.

L’uomo già si trovava agli arresti domiciliari per aver lo scorso 18 settembre rapinato e scagliato violentemente a terra il povero don Rino Lorenzini, anziano sacerdote della parrocchia del Redentore a Monfalcone. Il fatto avvenuto in canonica aveva destato parecchia eco nella città dei cantieri, dove il prete di quasi 90 anni, che per la vicenda era finito ricoverato all’ospedale San Polo per una frattura all’osso sacro e cinque punti di sutura in testa, è un pilastro del rione Romana Solvay. Venticinque euro appena l’ammontare del denaro contenuto nel portafoglio che gli era stato sfilato, secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Monfalcone, mentre si trovava a terra.

Ebbene a seguito delle diverse segnalazioni dei carabinieri, intervenuti in cinque distinte occasioni a casa di M.F. per «reiterate violazioni delle prescrizioni relative alla misura cautelare degli arresti domiciliari», il Gip su richiesta della Procura della Repubblica ha disposto l’ultimo provvedimento. Le indagini dei Carabinieri di Staranzano hanno consentito di raccogliere infatti elementi tali da far ritenere «inadeguata» la misura degli arresti domiciliari, poiché M.F. ha dimostrato «insofferenza al provvedimento, assumendo spesso una condotta aggressiva e violenta, tanto che la custodia cautelare in carcere è divenuta inevitabile». Il 42enne, stando a quanto è stato possibile apprendere, dava in escandescenze per cose da poco, denotando un atteggiamento decisamente aggressivo. Sarebbe arrivato anche al contatto fisico con la convivente. Di qui i cinque interventi in casa dei militari, che attraverso le indagini hanno fatto emergere ulteriori circostanze nelle quali il 112 non era stato allertato. Condotte in ogni caso incompatibili coi domiciliari, misura che presuppone al contrario un atteggiamento cauto e pacato. L’uomo, già arrestato una prima volta per la rapina in canonica, è stato condotto venerdì sera al Barzellini, a disposizione dell’autorità giudiziaria. A eseguire l’ordinanza i militari di Staranzano, coadiuvati dai colleghi del Nucleo operativo della Compagnia di Monfalcone.

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