Agli italiani 22 alloggi popolari Solo 2 gli stranieri beneficiari

Sono gli italiani e non più gli stranieri i beneficiari degli alloggi popolari dell’ultimo bando dell’Ater: su 24 assegnatari, 22 sono connazionali. Il contrario di quanto sistematicamente successo negli ultimi anni e che aveva indotto l’amministrazione comunale a sollecitare la Regione a modificare i criteri per intervenire su quella che il sindaco Anna Maria Cisint aveva definito «una vera e propria discriminazione nella possibilità dei monfalconesi di accedere al diritto della casa» e che ora esprime «soddisfazione perchè l’applicazione delle nuove norme garantisce una condizione di equilibrio ed equità e la volontà di perseguire il rispetto delle esigenze dei nostri concittadini».
Il tutto a seguito dell’entrata in vigore, nel 2018, della legge regionale numero 24 di riforma organica e riordino delle Ater, che tra i requisiti introdotti ai fini dell’idoneità a poter ambire all’assegnazione di un alloggio popolare, contempla oltre alla residenza in regione per almeno cinque anni, la certificazione in ordine all’assenza di proprietà di beni immobili in termini assoluti. Quindi, non solo nel territorio italiano, nell’estendere il criterio oltre i confini nazionali.
È pertanto necessario produrre la documentazione attestante che tutti i componenti del nucleo familiare non sono proprietari di altri alloggi nel Paese di origine e di provenienza.
È a questo requisito inserito nella nuova legge regionale di riordino delle Ater che viene spiegata la drastica inversione di tendenza. Stiamo parlando del bando del 2019, per il quale ora si è conclusa la selezione con la formazione della graduatoria definitiva, procedendo quindi alle assegnazioni degli alloggi.
Altri numeri danno la misura del “cambio di rotta” impresso dalla riforma delle Ater. La graduatoria definitiva annovera 150 richiedenti, di cui 131 italiani e 19 stranieri. Il rapporto percentuale è quindi rispettivamente di 87,4% su 12,6%. Inoltre, tra i primi 100 nominativi solo 8 sono stranieri rispetto ai 92 italiani.
E ancora: nell’ambito della procedura di assegnazione sono stati esclusi 65 richiedenti, non rientranti nei requisiti di legge previsti. Di questi cinquanta stranieri e i restanti quindici italiani, il rapporto percentuale è di 77% rispetto al 23%.
Il Comune di Monfalcone nel bando ha inoltre voluto la riserva per cinque alloggi, due a favore di cittadini di età inferiore ai 35 anni, singoli o coppie, due di età maggiore di 65 anni, sempre singoli o coppie, e uno destinabile a donne vittime di violenza, nonché la previsione di un punteggio alto a fronte di sfratti abitativi o di madri con bambini o disabili.
Fin qui i numeri e i risultati determinati dalla legge di riforma regionale, a fronte di un’attenta valutazione da parte dell’Ater (presidente Russiani con i componenti Maioretto e Tubetti) ai fini dell’applicazione, seguita dall’assessore Giuliana Garimberti assieme allo stesso sindaco Anna Maria Cisint.
Con la normativa pre-riforma, nella graduatoria relativa all’assegnazione degli alloggi popolari i richiedenti italiani erano stati 177, mentre quelli stranieri 257.
Nel frattempo sono state assegnate quattro abitazioni “in compresenza”, ad inquilini senza abitazione e in difficoltà economica. Entro l’anno verranno invece assegnati una quarantina di ulteriori alloggi di proprietà mista tra Comune e Ater, sono in corso le ultime rifiniture degli immobili.
Si aggiunge il progetto di ristrutturazione di Casa Mazzoli, l’investimento complessivo è di 2,4 milioni, di cui 1,6 milioni finanziati dalla Regione e 800 mila euro di fondi comunali. L’intervento sarà articolato in due lotti.
Sono inoltre in fase di ultimazione gli interventi relativi ad un appartamento di via Mocenigo, mentre sono partiti i lavori riguardanti una palazzina situata in via Rossetti, per sei alloggi complessivi.—
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