AI laghetti delle Mucille inghiottitoi sotto osservazione

RONCHI. Acque in continuo movimento. Piezometri che, solo nelle ultime settimane, iniziano a segnare il deflusso del livello dell’acqua. Perché, proprio nel periodo invernale e dopo abbondanti precipitazioni, le falde, a Ronchi dei Legionari, appaiono sempre gonfie d’acqua. La situazione, oggi come oggi, non è di pericolo, ma viene costantemente tenuta sotto controllo. Nei giorni scorsi, però, la Protezione civile comunale è nuovamente intervenuta nel vano ascensore di villa Vicentini Miniussi, dove la falda era cresciuta ed aveva allagato il locale. Ma è nella zona dei laghetti delle Mucille dove si concentra l’attenzione e dove si dovrà intervenire anche nel futuro. È qui, in prossimità di via delle Fornaci, dove si può vedere come l’acqua sgorghi copiosa, limpida, proveniente dai “camminamenti” sotterranei, ma dove c’è anche il problema legato agli inghiottitoi. È necessario risolvere quest’annosa questione, una volta per tutte e far si che, quando piove copiosamente, le acque dei laghetti delle Mucille non tracimino e possano defluire attraverso i due inghittitoi, di origine preistorica, uno dei quali è otturato a causa delle opere edili realizzate, quasi 20 anni fa, per la costruzione dell’acquedotto di Trieste. Di recente è stata sistemata una stazione piezometrica per il controllo dei livelli di falda, con una spesa di poco superiore ai 16.700 euro. Ma c’è ancora bisogno di intervenire per evitare allagamenti e danni. I tre laghetti di origine artificiale, va ricordato, sono conosciuti dalla popolazione locale come busa granda de Corneglio il fabbro, busa de pipa e busa del camin, mentre un quarto laghetto, oggi bonificato, veniva chiamato busa dele canele. Sono i residui delle cave di argilla di cui si sono servite le due fornaci di laterizi la cui attività partì nella seconda metà del diciannovesimo secolo. E nel 1872, nella mappa dell’allora comune di Vermeano, non sono ancora segnati. —

Lu.Pe.

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