Trieste celebra la Festa della Repubblica tra tricolori, cerimonie solenni e musica

In piazza Unità l’alzabandiera solenne, nel pomeriggio il messaggio del Presidente e concerto del Conservatorio Tartini

Valeria Pace
L'alzabandiera in piazza Unità a Trieste (Foto Silvano)
L'alzabandiera in piazza Unità a Trieste (Foto Silvano)

Trieste festeggia il 2 giugno con tanti tricolori. Alcuni enormi, come quello da 250 metri quadrati che riveste un lato del Palazzo della Regione, o quello disteso a terra in piazza Unità o ancora quello che sventola, assieme al vessillo alabardato, dopo l’alzabandiera sui Pili della vittoria. Piazza Unità d’Italia diventa così un set perfetto per i selfie dei turisti e dei triestini che sono accorsi ad assistere al rito civico della Festa della Repubblica.

L’alzabandiera

Alle 10 entra in piazza Unità il picchetto d’onore, poi la sfilata dei labari delle associazioni combattentistiche d’armi, ed è il momento dell’alzabandiera, al suono dell’inno nazionale, cantato anche da chi si è radunato per assistere. In tantissimi si godono lo spettacolo rifugiandosi dove c’è un po’ d’ombra.

Trieste, le celebrazioni per il 2 giugno: l'alzabandiera in piazza Unità

L’ammainabandiera

È più solenne l’ammainabandiera. La cerimonia inizia con la parata di una compagnia interforze con rappresentanze delle forze armate, dei corpi armati dello Stato, nonché – tra gli altri – della Polizia locale, dei Vigili del fuoco, del 118 e della Sores, della Protezione civile, dei pompieri volontari. Ci sono anche unità cinofile e quattro binomi a cavallo. Sfilano uno dopo l’altro dalla Capitaneria di Porto, lungo Riva 3 novembre. E la parata avviene anche in acqua, nello specchio di mare antistante piazza Unità dove ci sono mezzi navali della Guardia costiera, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco.

C’è il reggimento Piemonte cavalleria, la Marina, il II Stormo dell’Aeronautica militare, i bersaglieri che arrivano di corsa suonando. Non mancano i Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato. Uno spettacolo di uniformi, spade cerimoniali, e strumenti musicali. E a fianco a loro c’è anche chi si spende per la sicurezza della collettività.

Poi entrano i labari delle associazioni combattentistiche e d’arma e i gonfaloni della città, di Muggia e della Regione.Ad assistere, ci sono anche rappresentanti degli enti locali oltre che autorità militari. Tra loro il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, l’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti.

 

Ad essere ammainate al suono dell’inno nazionale non sono solo le enormi bandiere che hanno sventolato per tutto il giorno dai Pili della vittoria, ma anche il gigantesco tricolore che ricopre parte del Palazzo della Regione. Far scendere quest’ultimo è un’azione acrobatica: per farlo si calano dal tetto del Palazzo con delle funi membri del nucleo Speleo alpino fluviale del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Ma prima che le bandiere tornino nella custodia dei Vigili del Fuoco di Trieste, che le conservano da quando Trieste è tornata all’Italia nel 1954, viene letta la lettera che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a tutti i prefetti d’Italia.

L'ammainabandiera in piazza Unità (Silvano)
L'ammainabandiera in piazza Unità (Silvano)

Il discorso

«Con il referendum del 2 giugno 1946, il libero voto del popolo italiano per la Repubblica – con la partecipazione, per la prima volta, delle donne – coronò la lotta di Liberazione dal nazifascismo, di cui quest’anno ricorre l’80° anniversario, e fu premessa della Costituzione», si apre così la missiva. «Quel patto tra popolo e istituzioni», prosegue, «seppe realizzare una sintesi di valori condivisi». Ma il Capo dello Stato ricorda anche che «il compito di attuare in concreto gli ideali costituzionali è missione mai esaurita», e che la Carta «affida a ciascun cittadino la responsabilità di concorrere alla coesione sociale del Paese». E dopo messaggi di «apprezzamento e stima» nei confronti dei prefetti e «a quanti si adoperano a servizio del bene comune», auspica che «le celebrazioni del 2 giugno siano momento di unità e concordia intorno ai valori della Repubblica». —

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